Surface Andromeda sarà un successo ovvero un flop? Valutiamolo attraverso recenti studi

59
Surface Andromeda App - Surface Phone Italia
Surface Andromeda App - Surface Phone Italia

Il Surface Andromeda, ossia il dispositivo mobile che dovrebbe consentire a Microsoft di rientrare nel settore della telefonia, appare sempre più sulla cresta dell’onda. Gli appassionati del Mondo di Redmond lo acclamano, ma anche gli storici detrattori restano a guardare ad occhi spalancati. E, in questo contesto, la domanda sorge spontanea: il Surface Andromeda sarà un successo, ovvero un flop? Riuscirà a guadagnare una considerevole fetta di mercato, a discapito di Android ed iOS?

Valutiamolo assieme! Ma, non da un punto di vista qualsiasi, bensì dalla prospettiva del reparto applicazioni, che dai più è indicato come lo storico tallone d’Achille di Casa Microsoft.

La strada maestra, che ci porterà alla definizione del nostro interrogativo, la percorreremo attraverso una analisi recentemente pubblicata su appannie.com, secondo cui esisterebbero svariate correlazioni tra l’uso dello smartphone e l’apporto delle applicazioni; e ciò non solo dal punto di vista dell’età del singolo utente, ma anche per ciò che concerne il territorio di riferimento e la tipologia di applicazioni utilizzate.

Del resto, se la continua crescita del comparto mobile non è più un mistero, nel corso del solo 2016 gli utenti hanno scaricato oltre 90 miliardi di applicazioni e hanno trascorso in questo “mondo” quasi 900 miliardi di ore. E l’anno successivo ha rappresentato la conferma di questa tendenza. Il che ha conclamato ciò che era già indicato come un sentore: le app mobili sono diventate vitali per il nostro vivere quotidiano.

Quindi, il riferimento all’apporto delle applicazioni, rispetto all’utilizzo della telefonia, appare quantomeno importante, se non prevalente.

Quante applicazioni utilizziamo mensilmente?

Ebbene, cominciamo subito dal rilevare che, in tutto il mondo, vi è un utilizzo medio mensile di applicazioni equivalente a 30 unità. Tuttavia, la quantità delle app realmente utilizzate corrisponde ad una media che oscilla tra il 33% ed il 50%, rispetto al totale delle applicazioni installate sul singolo dispositivo. Il che evidenzia, ancora una volta, un tasso di conservazione delle app, quandanche non più utilizzate, parecchio elevato. Dato, quest’ultimo, che, se da una parte denota l’inutilità di determinate applicazioni (la stragrande maggioranza), dall’altro dovrebbe palesare un distacco totale dell’utente medio rispetto al contenuto del proprio dispositivo. Insomma, l’utente medio, esclusivamente preso dall’utilizzo di determinate applicazioni (quali, ad esempio, WhatsApp e Facebook), nemmeno bada alla messa in efficienza del proprio terminale, sicuramente ridotto in prestazioni da un numero elevato di applicazioni rimaste inutilizzate.

Rispetto alla predetta media, si evidenziano, in negativo, i giapponesi; che, rispetto all’installazione complessiva di oltre 100 applicazioni, effettivamente ne utilizzano poco più di 30, con una discrepanza di oltre 70 unità. Viceversa, in positivo, si distinguono gli indiani, che, su nemmeno 80 applicazioni installate, ne utilizzano oltre il 50%; mentre i messicani ne installano ed utilizzano di meno, pur restando in una soglia di discrepanza di circa il 50%.

Quanto ai Paesi europei ed agli altri Paesi occidentali, la differenza tra applicazioni installate ed utilizzate è pressoché identica, con una discrepanza di circa 2/3. Il che evidenzia una sostanziale identità culturale tra le aree territoriali in argomento.

Rispetto al singolo giorno, invece, utilizziamo in media 10 applicazioni, con i brasiliani ed i francesi agli antipodi, con un utilizzo medio rispettivamente di circa 12 e circa 9.

Al contempo, mentre i possessori di iPhone utilizzano le app prevalentemente per utilities e social network, pochissimo per shopping e navigazione, gli androidiani prediligono giochi e comunicazione, a discapito di viaggi e shopping. Un dato evidente è, comunque, che una grossa fetta di mercato di entrambi i sistemi operativi in oggetto utilizza lo smartphone per la produttività; e non una fetta semplicemente consistente, ma una categoria che si piazza, in entrambi i contesti, al terzo gradino del podio, con il melafonino che vede utilizzare più di quattro applicazioni giornaliere, rispetto al robottino che ne vede utilizzare poco più di tre.

Quanto tempo trascorriamo in app?

Cominciamo con il rilevare che, in tutto il mondo, il tempo trascorso in app è aumentato costantemente negli ultimi tre anni. Con i sudcoreani che si palesano in testa alla classifica, passando dai 150 minuti circa giornalieri del 2015 ai circa 200 minuti giornalieri del 2017, ed i francesi, in fondo, che comunque sono passati dagli 80 minuti del 2015 ai circa 100 del 2017. Con i Paesi europei ed occidentali sempre sostanzialmente simili.

Tuttavia, limitatamente agli utenti Android, oltre l’80% del tempo impiegato in app è riferito ad applicazioni non principali; sempre con i Paesi emergenti al vertice della relativa classifica ed i Paesi occidentali nella parte più bassa.

Dove, invece, la scala di valori si presenta parecchio “mescolata” è per ciò che concerne la media di tempo giornaliero impiegato per i giochi; sempre limitatamente agli utenti del robottino verde. Ebbene, se i sudcoreani sono nuovamente in testa alla classifica, con circa 80 minuti trascorsi nel 2017, i francesi seguono a ruota, con circa 75 minuti; mentre, in fondo alla classifica troviamo i messicani e gli indiani, rispettivamente con poco più di 20 minuti e poco meno di 20 minuti, sempre giornalieri.

Conclusioni

Abbiamo, quindi, constatato che le applicazioni rivestono un aspetto più che fondamentale per l’utilizzo quotidiano in mobilità, spesso anche a discapito di elementi che dovrebbero presentarsi ben più pregnanti, quale l’efficienza del dispositivo, sia dal punto di vista della sua velocità di calcolo, sia dal punto di vista dell’autonomia della batteria. Il che sembrerebbe non deporre positivamente per l’interrogativo alla base delle nostre osservazioni: è risaputo, infatti, che lo Store di Microsoft abbia sempre sofferto la scarna presenza di applicazioni.

Eppure, anche a volere tralasciare le opportunità che il Surface Andromeda dovrebbe portare con sé, dall’utilizzo del software Win32 al recente avvento delle PWA, appaiono evidenti alcuni elementi dello studio che potrebbero rivelarsi forieri di ottime opportunità. A cominciare dall’utilizzo parecchio consistente di applicazioni del comparto produttività.

In altre parole, l’interrogativo è: se una grossa fetta di mercato utilizza quotidianamente il telefono per lavoro, quella stessa fetta sarà quantomeno allettata dal Surface Andromeda, che, oltre a poter fruire delle stesse applicazioni, potrà altresì servirsi del software Win32? E, se anche un analista di ComputerWorld ritiene che questo sia il momento giusto per il lancio dell’Andromeda, la risposta alla domanda originaria dell’articolo non può che essere positiva… per me, il Surface Andromeda rappresenterà un successo!

Per restare sempre aggiornato sulle ultime novità scarica la nostra APP ufficiale oppure iscriviti alle nostre notifiche istantanee oppure seguici su Facebook, Twitter, Telegram e Instagram!

59 Commenti

  1. Cavolo quanti numeri avete scritto sono ubriaco ? Ma mi fido…solo girerei l’articolo anche alla ms giusto cosi si evita di assumere un annalista….?

  2. Uscirà mai questo fantomatico Surface Andromeda? Io ci speravo per poter sostituire il mio agonizzante lumia 930…ma sinceramente sto pian piano perdendo le speranze. Odio dirlo, ma con molta probabilità dovrò virare sul robottino!

  3. Anch’io spero che sia un successo, perchè un terzo incomodo fa sempre comodo a noi utenti. Però io non sono così ottimista. Già iOS e Android sono usati per la produttività, sono ben inseriti nel mercato, hanno uno store a livelli finora inarrivabili per Microsoft e APP per tutti i gusti (incluso un mare di cacchiate). Riuscirà a ritagliarsi un angolino perchè collegato ad una Docking potrà forse usare programmi Full? Poi quali programmi? Potranno competere in termini di potenza e versatilità con una macchina “classica”? La strada è lunga e terribilmente buia. Ma soprattutto, se fallisce anche questa volta, il comparto Mobile sarà con ogni probabilità perso per sempre… e non è detto che non lo sia già, riducendo Microsoft a fare software per i dispositivi altrui, relegandola a pura ditta di servizi.

  4. Un analisi di un progetto del quale non si sa nulla a parte “rumors”;indubbiamente molto kafkiano…

    • Più che altro non esiste traccia di ordinativi di memorie e display da parte di Microsoft, quindi a meno che non intendano fare un semplice dimostratore tecnologico come fu per il Surface Hub ed il Surface Studio, sperando di vedere in seguito degli OEM riprendere il progetto per trasformarlo in prodotto reale, non vedo come sia possibile ipotizzare un lancio per l’anno in corso.

  5. Ha fatto un sacco di analisi , hai detto un mucchio di verità, ma la cosa concreta non si fa mai vedere, manco per progettare una navicella spaziale c’è voluto cosi tanto tempo, spero che se esce sia corredato da molte app visto che se vogliono le possono fare anche loro e altrimenti devono riuscire a mettere un mondo di mezzo, cioé riuscire a far funzionare le app create in ambiente android nel OS Windows del Andromeda.

  6. Ma vorrei tanto sapere con tutti i brevetti che Windows ha depositato , oltre allo schermo doppio , tutte le altre caratteristiche come saranno? Esempio la fotocamera de essere spettacolare per competere con la concorrenza, il sistema audio almeno potente, processore ram e rom da primato. E poi tanta pubblicità da aggredire in mercato allo spasimo persino nei bagni degli autogrill del prodotto se no non si vende nulla ……devono fare accordi con tutti gli operatori di telefonia per la vendita in abbinata allora forse…..

  7. Non sarà nemmeno un flop, perché se mai uscirà passerà sconosciuto al grosso dell’utenza.

  8. Il software Win32 non puoi considerarlo, è tutto scritto per UI che prevedono l’uso del mouse e del grande schermo.
    E’ pressochè impossibile usare un menù a cascata tramite dispositivi di input basati sul tocco.
    Restano le PWA, che però oltre a mille svantaggi collaterali hanno anche l’handicap di non esistere.

Comments are closed.