Il punto di forza dei Cointainer è la possibilità di operare in qualsiasi ambiente, ma quali sono i limiti della virtualizzazione delle Containerized App?
Container ed emulazione
L’introduzione dei container sui differenti Cloud, come Azure o Google Cloud, ha permesso l’integrazione di nuove funzioni senza pesare sul Kernel. Il sistema di containerizzazione permette la creazione di “pacchetti individuali” che possono essere sviluppati in un ambiente specifico e trasposti in altri senza problemi di compatibilità. Questo fattore, fondamentale per la velocità, garantisce una possibilità di integrare processi e applicazioni che il sistema specifico non potrebbe eseguire.
Il funzionamento di un container è simile a quello di una Virtual Machine (VM) e si basa su un completo isolamento dall’ambiente di lavoro. Le Containerized App, essendo isolate dal Sistema operativo, sfruttano risorse virtualizzate come CPU, memoria, spazio di archiviazione etc. Tramite questo isolamento si assicura una maggiore sicurezza che riduce le possibilità di attacco o di violazione del sistema. A differenza delle VM i container contengono solo le parti necessarie all’esecuzione dell’App, escludendo quindi OS e Kernel dedicati.
Oltre agli ambienti Cloud è possibile integrare dei Cointainer, di conseguenza delle Containerized App, in sistemi operativi per il mercato Consumer.
Il primo tentativo di Microsoft, datato 2018, fu Windows Sandbox per sistemi Windows 10 Pro ed Enterprise. Sandbox si presentava come un ambiente virtuale molto simile a Windows 10, ma con la possibilità di eseguire app senza certificazioni mantenendo alti livelli di isolamento dal sistema originale. Il progetto, per quanto promettente, aveva delle limitazioni come la necessità di creare una nuova istanza pulita e di conseguenza eliminare tutti i dati alla chiusura.
Un altro esempio di ambienti containerizzati lo troviamo con Docker Desktop for Windows. A differenza di Windows Sandbox si tratta di un Software esterno atto a progettare, sviluppare, eseguire e caricare ambienti Container. Nonostante si applichi il termine “Dockerized”, il modello è molto simile al Container, ma come nel caso di Sandbox si tratta di ambienti temporanei.
Windows 10X – Containerized App Win32
Sebbene le tecnologie viste su Windows 10 e sistemi Cloud sono solo una parte del potenziale della struttura a Container, Microsoft ha tratto i suoi benefici da tale ricerca. Windows 10X, il nuovo sistema modulare di casa Microsoft, integrerà tre differenti container per la gestione delle sue applicazioni. Come sappiamo, ormai da molto tempo, il colosso di Redmond punta a un OS Moderno e svincolato dai classici limiti del fattore di forma.
Windows 10X si compone di una struttura flessibile, adattabile a tutte le tipologie di dispositivi, supportata dalle personalizzazioni per il fattore di forma e di alcuni container di gestione per le app. La parte più importante di questo nuovo sistema è la possibilità di emulare le applicazioni Win32 sfruttando un sistema di Containerized App. Il container di riferimento calcola, esegue e “proietta” l’app sull’OS principale mantenendo isolati i due elementi. Questo permette di aggiungere una migliore sicurezza al sistema operativo, come descritto nel nostro incipit, ma causa problemi legati all’emulazione.
Tra i problemi noti sono presenti: cali di prestazioni, bassa integrazione con il sistema e assenza di personalizzazione. Il primo deficit si manifesta sotto forma di tempo di calcolo elevato, maggiore rispetto all’esecuzione natia, che può anche sfociare nel consumo non ottimizzato delle risorse. Per quanto concerne la bassa integrazione sono presenti problemi come: assenza di supporto alle notifiche, impossibilità di svolgere operazioni in background o con app minimizzate nella barra. Altro fattore, non indifferente in un’ottica Consumer, riguarda l’impossibilità di applicare alle Containerized App le personalizzazioni scelte per il sistema principale.
Questi dati, condivisi da fonti attendibili, evidenziano come gli ambienti Container necessitano ulteriori ricerche per fornire un’esperienza adatta al mercato Consumer.
Conclusioni
Le Containerized App, se correttamente ottimizzate, possono cambiare l’attuale concetto di sistema operativo. Integrando container indipendenti il sistema abbassa il carico di lavoro ottenendo un utilizzo delle risorse ottimizzato e senza rischi di consumi in Background. In aggiunta a questo si limitano i rischi di violazione riducendo processi o algoritmi di scansione in tempo reale. Altro dato interessante sulla possibilità di integrare Container è l’occasione di “uscire” dalle classiche tipologie di App concepite per gli ambienti Windows. Questo fattore incrementerebbe le potenzialità dei dispositivi di casa Microsoft, trovando differenti benefici sul segmento Mobile.
Windows 10X, come le Containerized App, ha ancora molta strada da fare, ma con la ricerca di Microsoft potremmo presto vedere nuovi risultati.
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