Da Windows CE a Windows 10 Mobile: le ragioni della sconfitta nella guerra tra i furbacchioni del consumerism

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Correva l’anno 1996, allorché Microsoft “inaugurava” ufficialmente il settore mobile, con il lancio del sistema operativo Windows Embedded Compact, meglio conosciuto come Windows CE. La versione 1.0, nome in codice “Alder”, era distribuita a far data dal 16 novembre dello stesso anno.

In realtà, la denominazione Windows CE era riferita alla piattaforma generale, sulla quale, nel tempo, si sono susseguite le varie evoluzioni del sistema operativo mobile di Casa Redmond, come Microsoft Pocket PC, Windows Mobile e Windows Phone 7 Series. Sistemi, questi, destinati ai terminali avvicendatisi nel tempo, dai primi PC portatili ai palmari, fino a giungere ai Pocket PC ed agli smartphone meno attuali.

Al lancio della piattaforma Windows CE, gli odierni dominatori del mercato mobile non figuravano nemmeno allo stato embrionale, comparendo sulla piazza esclusivamente dall’anno 2007. Difatti, se la presentazione dell’iPhone Edge si palesava nel corso del mese di gennaio di quell’anno, il primo dispositivo Android vedeva la luce soltanto alla fine dell’anno successivo. Sicché, non appare difficile immaginare quanta strada avesse già percorso Microsoft, nel settore di riferimento, al momento dell’ingresso in campo dei suoi più agguerriti competitor. Un percorso, del resto, effettuato quasi in solitaria, se si esclude BlackBerry, azienda comunque allora destinata ad un settore esclusivamente d’impresa.

Il primo ingresso di Microsoft nel settore consumer dei dispositivi mobili… in clamoroso ritardo.

Eppure, allorché Apple “apriva gli occhi” sul mercato mobile, Microsoft sembrava quasi spiazzata, perseverando nell’utilizzo dell’ormai ultradecennale piattaforma. Tant’è che, ad oltre tre anni di distanza dal primo iPhone, Microsoft “edificava” il nuovissimo O.S. “Windows Phone 7 Series” sulla base di quella stessa piattaforma. E merita menzione un dato ancora più emblematico: a prescindere dalla base adottata dal nuovo sistema operativo (che pur forniva strumenti parecchio innovativi), va evidenziata la circostanza per cui, a differenza del precedente Windows Mobile, questo appena lanciato rappresentava il primo ingresso del Colosso di Redmond nel settore consumer dei dispositivi mobili; in altre parole, si passava da dispositivi destinati al mercato professionale, a terminali con requisiti rivolti al consumatore.

Non appare, quindi, illogico che la chiave del mancato successo (che a me non piace definire fallimento!) vada ricercata tutta qui, o meglio parta principalmente da questo contesto: dall’introduzione dell’iPhone prima e del sistema operativo Android poi; anzi, soprattutto dalle caratteristiche di quest’ultimo, che hanno effettivamente consentito la cannibalizzazione dell’intero comparto; e ciò per ragioni ovvie, consistenti nella sua natura “open source” e nel suo utilizzo prevalentemente economico. Cosicché, se Apple si dirigeva verso la conquista della fetta “glamour” del mercato consumer, condividendola solo parzialmente con Samsung ed Android, Google (che aveva acquisito il sistema operativo “del robottino verde”) si dedicava agli “apripista”, ossia agli utenti commerciali nel vero senso del termine.

In detto ambito, quindi, Microsoft giungeva in clamoroso ritardo (oltre tre anni), con un prodotto non del tutto innovativo, oltreché carente del necessario appeal, rispetto all’intero mercato dei terminali mobili. E nemmeno comprendeva, a mio modesto avviso, che detto appeal non poteva certo derivare dalla semplice abolizione del termine “Series”, che pur rendeva troppo arzigogolato il pronunciamento del neonato sistema operativo.

Sottovalutazione di una “guerra” lottata su un terreno diverso

Difficile, però, attribuire a Microsoft tutte le colpe di un mercato a dir poco “agguerrito”, oltreché – aggiungerei – incompetente. Perché, se prima il prodotto doveva essere accreditato verso un pubblico di livello, quale quello professionale, nell’attualità ci si doveva misurare con il consumatore arrembante; il quale, sebbene intendesse, anche solo in parte, guardare alla validità di un determinato prodotto e/o servizio, necessitava pur sempre che questa (la validità!) gli doveva essere spiegata dal “commesso” di turno. Una guerra, insomma, lottata non certo tra titani della tecnologia, bensì tra “furbacchioni del consumerism”.

Difatti, se anni prima anche il consumatore più sprovveduto poteva contare sul “consiglio” del venditore professionale, che con la sua pur minuscola bottega era ampiamente in grado di fornire ogni minimo dettaglio, circa un determinato prodotto tecnologico, agli inizi dell’attuale decennio era già da anni rodato il nuovo sistema globale delle catene commerciali, dove la “quantità” la fa da padrone. E il sistema non ha semplicemente coinvolto il settore informatico, ovvero elettronico in generale, bensì l’intera catena di consumo, includendo anche i beni di prima necessità. Pertanto, restando nel campo informatico, l’utente medio non sapeva e mai saprà discernere di processore, di fotocamera, di memoria; al massimo comprenderà la nomenclatura, giammai andrà ad addentrarsi nei meandri a cui quella stessa nomenclatura fa riferimento.

Un esempio per tutti: io mi reco in un centro commerciale, intendo acquistare il miglior processore per PC, mi viene detto che questo è denominato Intel i7 ed io ciò acquisterò; inutile provare a farmi ragionare… voglio il meglio! Chi provvederà, però, a spiegarmi che un i7 non equivale a tutti gli altri i7? Chi mi spiegherà che quella nomenclatura corrisponde semplicemente ad una linea di prodotti e che all’interno di detta linea esistono svariati processori, anche molto dissimili tra loro? E un esempio ancora più palese lo possiamo riscontrare nel campo dei televisori, dove già da oltre un decennio la fa da padrone la grandezza del display. In questo campo, chi andrà a spiegare al consumatore che un diaplay pur più piccolo è migliore di un altro pur più grande, magari non solo in quantità di pixel, bensì in velocità di immagine, in quantità di colori disponibili ed oggi anche in funzione dell’adozione di un determinato processore? Chi andrà mai a leggere i dati espressi in “ms”, piuttosto che in “Hz”?

L’ingigantirsi della distribuzione ha prodotto la riduzione della competenza e del servizio aggiuntivo offerto al consumatore: un sistema commerciale dove predomina la visibilità del prodotto e del relativo marchio.

Purtroppo, l’ingigantirsi della distribuzione (in dimensione del negozio medio) non ha prodotto anche l’ingigantirsi della competenza e della qualità del servizio aggiuntivo offerto al consumatore. Anzi, i due termini della catena di distribuzione sono variati in misura inversamente proporzionale, così conferendo al venditore la massimizzazione dei profitti, nonché relegando il rapporto tra i due anelli finali della distribuzione ad un mero confronto tra “commesso impreparato” e “consumatore inerme”.

Ecco il punto… Microsoft, in detto contesto, in assenza di un prodotto davvero innovativo e, soprattutto, in assenza della giusta “visibilità” all’interno delle grosse catene di distribuzione, giammai avrebbe potuto ambire a ritagliarsi una “giusta” fetta di mercato, oltretutto in un settore ormai saturo. Non poteva rispetto al prodotto glamour, poiché la relativa parte era già stata conquistata da Apple; né poteva rispetto al prodotto prettamente commerciale, in quanto la pertinente fetta era già stata cannibalizzata da Android.

Del resto, già da un decennio erano terminati i tempi in cui il venditore forniva spiegazioni esaustive, circa il paragone tra più prodotti potenzialmente concorrenti. Erano già e continuano ad essere i tempi della “sponsorizzazione”, dei prodotti di “categoria A” (stranamente connessi a “marchingegni” sconosciuti), dei prodotti di “categoria B” (messi in bella evidenza, per le masse che preferiscono esserci più che essere), e dei prodotti di “categoria Z” (forse, solo in parte relegati negli scaffali più profondi, ovvero nelle pagine pubblicitarie con meno immagini). Categorizzazione che, però, nemmeno in parte nasce dalle reali bontà del determinato prodotto, bensì quasi esclusivamente da quella visibilità costruita nel tempo.

Windows Phone 8: emancipazione di Microsoft rispetto al settore consumer… ma, fin troppo!

Difatti, sempre a parere di chi scrive, non è stato un caso che i maggiori profitti di Microsoft nel settore siano derivati dal successivo “Windows Phone 8”. Parziali successi che, forse, solo in risicatissima parte sono derivati dalla nuova piattaforma adottata, giacché scaturiti principalmente dalla evidente proliferazione di dispositivi più economici. In altre parole, Microsoft fintanto è riuscita a massimizzare i profitti nel campo mobile di consumo fin quando ha “aperto guerra” ai settori apripista; quei settori, insomma, dove le mode non la fanno da padrone.

Tuttavia, l’errore di Microsoft, in questo caso, è stato cominciare dal basso; ossia, costruendo la sua immagine proprio sui prodotti di basso consumo. L’ascesa doveva avvenire con la sequenza inversa. Poiché, seppur vero è che il consumatore non riesce bene ed autonomamente a discernere circa le caratteristiche del prodotto, è altrettanto vero che l’immagine la si costruisce “convincendo” i soggetti che “diffondono il verbo”; che poi rappresentano la vera pubblicità. E non poteva costituire idonea sponsorizzazione la semplice acquisizione della Nokia e del suo marchio di riferimento, navigando questa già in cattive acque.

Disamine inutili quanto fallaci. Agire, prima di tutto; ma, questa volta, con sagacia… per ritornare ai fasti che furono.

Per dirla in altre parole, io non condivido né le scusanti accampate da Terry Myerson (poiché l’essere in ritardo rispetto alla concorrenza non ti esime dal duro lavoro richiesto dal successo; il duro lavoro è indispensabile anche in condizione di vantaggio, poiché quella supremazia merita sempre attenzione), né gli altrettanto recenti attacchi operati da Brandon Watson (proprio perché ascesa o debacle prescindono dai terzi attori, che eventualmente accettano ovvero rifiutano di utilizzare un determinato prodotto, uno specifico sistema operativo; i terzi attori puntano “naturalmente” al proprio successo, sicché le rispettive politiche commerciali sono pur sempre pilotate dalle prospettive di guadagno prefigurate con l’uno o con l’altro prodotto da utilizzare). Ancor meno può attribuirsi la ragione del cosiddetto fallimento alla marcata assenza di applicazioni nello Store, poiché ogni “impresa” comincia sempre da zero… il successo è una semplice conseguenza!

Difatti, la perseveranza nel remare controvento non poteva che produrre la discesa a strapiombo, avutasi con l’ancora successivo Windows 10 Mobile. Ciò vuoi per lo scarno supporto offerto al neonato sistema operativo, implementato in sparuti terminali, vuoi per l’ingresso dei terminali stessi in una categoria molto bassa ovvero parecchio elevata, con una voragine al centro. Cosicché, la strategia di Microsoft non poteva che risolversi per il completo abbandono della piattaforma, lasciandola operante esclusivamente per i dispositivi in essere. Il futuro era e doveva essere ben altro!

Pertanto, non mi sorprendono affatto le recenti dichiarazioni di Satya Nadella, in merito alla volontà di continuare ad investire nel settore mobile. E ciò nella misura in cui credo che l’investimento di Microsoft si rivolgerà non solo ai servizi ed al comparto software, bensì anche al sistema operativo ed al relativo hardware. Purché, tuttavia, si decida (anzi, si sia deciso!) di cominciare da prodotti “di riferimento”, magari con l’ausilio di marchi di successo, che a Redmond già risiedono.

In detti termini, proficua si paleserà l’apparente e prolungata morte di Windows Mobile… la resurrezione sarà tanto più evidente quanto più raffinate si riveleranno quelle ceneri!

Articolo a cura di Gennaro Velleca

69 Commenti

  1. Articolo bellissimo complimenti… Non so se esce dalla sua penna se si complimenti davvero

  2. All’apice del successo il market share mondiale di WP fu del 5% circa. Fallimento, altro che mancato successo.
    Da un ex possessore di un Lumia.

          • Sia come vuole per me è stato un fallimento. Non sono stati in grado di gestire l’acquisizione di Nokia. Quel fanfarone di Ballmer sosteneva che un telefono senza tastiera fisica fosse una caxxata quando l’iPhone era già un successo mondiale.

  3. Non condivido una parola. Il fallimento commerciale di Windows Phone dipende da: 1. scarsa reputazione di Microsoft in ambiente consumer (virus, aggiornamenti continui e fastidiosi ritenuti tali ancora oggi con Windows 10,riavvii che sono entrati addirittura nelle barzellette e altro); 2. percezione per gli utenti non professionali di Microsoft come software di non semplice utilizzo e adatto solo per utenti professionali; 3. mancata presenza di Microsoft nel settore hardware fino a Lumia e quindi scarsa fiducia; 4. mancata pubblicizzazione dei prodotti, mancata presenza massiva nei centri commerciali di stand esclusivamente Microsoft (come quelli Apple per capirci); 5. mancato coinvolgimento di costruttori di hardware e probabilmente supporto scarsissimo a quelli che ci avevano creduto (HTC, Asus, HP) e potrei continuare oltre.

    Senza un cambiamento radicale delle politiche commerciali Microsoft anche il tanto decantato Surface Phone sarà un fallimento semplicemente perchè non entrerà mai nei desiderata degli utenti e verrà sempre considerato uno strumento troppo professionale e di conseguenza troppo complesso per fare foto eccezionali (?) e modificarle o per chattare o per pubblicare banalità su FB e tutti continueranno a chiedersi se sarà in grado di farlo. Alla maggior parte degli utenti non frega nulla dei win32, di OneNote, di Office o della sincronizzazione con il PC e di tutte le altre applicazioni simili, semplicemente non le capiscono e di conseguenza non sanno cosa farsene. A loro interessa che telefoni (forse), che scatti foto con la massima risoluzione possibile (se sanno cos’è) e che vengano condivise velocemente e senza problemi, che Whatsup funzioni splendidamente, che la rubrica non gli faccia troppe domande, che il browser (ancora una volta se sanno cos’è) funzioni sempre e velocemente e che il GPS abbia mappe aggiornate e che funzioni. Il resto non conta.

    • Aggiungo una cosa.
      Nell’articolo si fa cenno alla mancata competenza dei “venditori” o “consulenti” dei centri commerciali che invece per quanto ne so sono formati direttamente dal produttore (e dalla catena stessa) per proporre ai prospect i propri device. Questa metodologia, mai seguita da Microsoft se non ultimamente con i Surface, oltre alla mancanza di incentivi alla vendita da parte di Microsoft alla catena ha finito per posizionare i Lumia proprio in posizioni defilate e non in primo piano. Dall’altra parte proprio l’apertura precedente e ancora attuale in determinate realtà di negozietti improvvisati di riparazione e vendita di materiale informatico ha contribuito alla pessima reputazione di Microsoft causata proprio dall’improvvisazione, dalla mancanza di formazione e di professionalità.

    • e principalmente perchè….non funzionava proprio!

      Ho visto un Lumia 950, fiore all’occhiello di windows phone 10, fare pazzie nei primi 6 mesi e pure il mio pc.

      Ma si può avere un prodotto che inizia a stabilizzarsi sempre dopo un anno grazie alle segnalazioni degli utenti?

      Sul 950 non avevano nemmeno la scusa che fosse fatto da altri, è tutta roba loro!

  4. Nell’articolo si parla di profitti di MSFT con WP8. MSFT non ha mai fatto profitti con WP8, solo perdite, anche quando aveva raggiunto la quota di mercato maggiore.

  5. Bellissima analisi.
    Altra causa del fallimento l alta incompetenza ed ineguatezza degli executives messi a capo della cosa, e primo fra tutti il dipendente indiano burattino dei fondi.

  6. Complimenti Gennaro.
    Condivido in particolare la chiusa del pezzo: “…cominciare da prodotti di ‘riferimento’ […] che a Redmond già risiedono”.
    Infatti, secondo me, i precedenti dirigenti Microsoft hanno sbagliato la strategia, partendo dal “basso”, mentre è indispensabile partire dal punto forte: il Brand Surface e Windows 10 O.S. Completo.

  7. Ottimo articolo che riflette anche la realtà generale del consumismo inconsapevole.
    Non condivido i motivi del fallimento della divisione mobile di Microsoft, partirono malamente avrebbero dovuto fare di meglio se avessero voluto entrare in tempo nel mercato mobile

    Però, ragazzi, dove cavolo sta il congiuntivo nelle frasi?

  8. Bellissimo articolo , complimenti!!! Secondo me ci vogliono i windows/microsoft store , cioè negozi, per ogni regione senno per le provincie almeno uno. I posti dove puoi comprare i prodotti (fisicamente) microsoft&windows, perche nei centri commerciali & negozi di elettronica &informatica gli presentano come la spazzatura, e i clienti trattano come serie B. Dunque, penso che anche in questo campo microsoft dovrebbe lavorare per accompagnare ottimi prodotti con ottimo servizio ai clienti. Ci sono tanti argomenti che un esperto potrebbe spiegare a me che sono già convinto, ed userò sempre e solo windows (mai dire mai). Ma sono certo che la metta di utenti apple & android sceglierebbero windows se qualcuno gli spiegasse i vantaggi ed utilità di un prodotto Microsoft ….

  9. Microsoft è ormai un’azienda le cui Soluzioni, i Servizi, i Software, l’hardware sono di un livello sempre più alto, innovativo, professionale al punto da spiazzare i tanti commentatori che, da presunti esperti, continuano a snocciolare i consueti luoghi comuni e le consuete banalità. Come ha scritto spesso il nostro @luca_lindholm:disqus, Microsoft è più agguerrita che mai! E’ talmente evidente che alcuni preferiscono vedere un film scaduto dieci anni fa. 😉

    • Un film di dieci anni fa che però, l’ ultima trimestrale docet, continua a macinare miliardi…

      • Soprattutto qui qualcuno ancora non capisce che “Avengers: Infinity War” fa 100 volte il guadagno al botteghino de “L’ora più buia”. Per quanto quest’ultimo sia infinitamente più nobile del primo. Ancora non si afferra che Microsoft è entrata in tutte le case perchè la gente col piccì ci gioca. E da quando è uscito internet ci gioca, va sui siti a luci rosse e spiattella le proprie miserie sui social. P0rn0 e social inoltre sono da tempo fruibili più comodamente ed economicamente con smartphone e tablet, quindi con il PC ci si gioca a titoloni premium che è rimasto più o meno l’unico mezzo con cui può piazzare il proprio OS al consumer facendo certi numeri. O sposta questo concetto anche sugli Smartphone o Surface Phone farà la fine dei Lumia in un decimo del tempo che è occorso a questi ultimi per essere abbandonati.

        • Haku ha ragione ed è quello che in questa discussione i tifosi non capiscono probabilmente per un vizio di fondo e cioè quello che nel mondo esistono fondamentalmente quattro tipologie di utilizzatori di PC: la prima quello che ci lavora p.e. per la contabilità in modo assolutamente passivo e finito di lavorare non gliene può fregare di meno del PC e per le proprie chat utilizza Android o se se lo può permettere IOS; il secondo quella degli smanettoni (omissis) e anch’essa utilizza Android o IOS, molto raramente WP; la terza di chi ci lavora p.e. per sviluppare software o fare assistenza ai clienti e avrebbe vantaggi con SP; la quarta quella che del PC non sa nulla e nemmeno degli smartphone e crede di essere un super esperto di informatica perchè magari una volta nella sua vita ha usato Word o Excel e sa “navigare su Internet” per vedersi qualche sito porno o prenotare, a fatica, l’albergo per le ferie e, soprattutto, ci gioca e va ancora in banca per fare un bonifico.
          Morale della favola a tre categorie su quattro di SP non frega nulla! La maggioranza! Speriamo nella nuova generazione.

          • Potenzialmente e sottolineo potenzialmente Microsoft potrebbe avere una base molto interessante: miliardi di sistemi Wintel in giro per il mondo. Fornire un tassello di ecosistema tramite smartphone potrebbe anche funzionare, ma deve proprio fare un cambio radicale di strategia di marketing. O mollare tutto e fare ciò che sa far bene.

  10. Scrivo qui in modo da rispondere un po’ a tutti alle critiche che mi sono state fatte.
    Al sig. Gennaro Velleca, avvocato, vorrei per inciso dire che OneDrive e il Cloud, almeno quello di Microsoft, sono “cose” molto diverse. Salvare files su OneDrive significa salvarli su un drive che sta da qualche parte nel mondo in modo da averlo disponibile su altri device, punto. Per quanto riguarda il Cloud le suggerirei di proporre al produttore del gestionale che usa in ufficio, che sembra le manchi in mobilità, di svilupparne una versione per il Cloud in modo che lo possa utilizzare da dovunque.
    Ma veniamo al punto e cioè all’innovazione ed in particolare a quella che dovrebbe portare SP o Andromeda, come volete.
    Prendiamo Windows, quello desktop, per esempio. Dall’uscita di Windows 3.1 (3.0 era praticamente inutilizzabile) a oggi con Windows 10 mi direte che di strada ne è stata fatta tanta, ma l’innovazione è stata fatta in modo preminente dal punto di vista hardware e il software ha utilizzato queste nuove possibilità per aggiungere via via nuove funzionalità, nuove possibilità di utilizzo, fluidità e anche semplicità, ma non c’è stata una vera innovazione nell’uso del PC: uso sempre una tastiera, un mouse, un disco, un monitor e via dicendo per fare sempre le stesse cose. Sono stati aggiunti i comandi vocali? Vero, ma ci sono già da parecchio tempo.
    Le uniche tre vere innovazioni nel campo degli SO sono stati prima Unix (e non Android) e vi inviterei a rileggere la storia di questo SO che sta alla base di tutti gli SO odierni, quindi l’MS-DOS che ha reso fruibile a tutti il Personal Computer e poi Apple che ci ha permesso di vedere più chiaramente il monitor e ci ha permesso di usare il mouse.
    Quale potrebbe essere l’innovazione di SP? il fatto di avere un display più grande, apribile in caso di necessità? Quello di avere una penna per selezionare le funzioni sul display o scrive delle note? Quello di far girare i mitici Win32? Quello di scrivere un documento con Word sul PC e ritrovarselo automaticamente sullo Smartp… ops, scusate, sull’Andromeda? Se questo è quello che dovrebbe portare innovazione e mi sembra che sia quello che ho letto in questi mesi di discussione (se c’è altro ditemelo per favore), bhè non credo che si tratti di un’innovazione così radicale da addirittura non poter catalogare il SP tra gli smartphone. E’ tutta roba che esiste già, magari non ottimizzata al meglio, ma esiste già. A parte i Win32 che però sembra gireranno nel cloud e non in locale.
    Si tratta di essere realisti. Se Microsoft vuole di nuovo provare a entrare nel settore mobile consumer con uno strumento del genere farà un altro buco nell’acqua anche perchè i prezzi saranno elevatissimi e in pochi potranno permetterselo. Se invece Microsoft vuole creare un device altamente professionale adatto a esperti del settore e a chi potrebbe fare del SP il suo strumento primario di lavoro allora dovrà accontentarsi di una quota di mercato relativamente bassa.
    Probabilmente sono stato un po’ superficiale in precedenza, ma la realtà degli utilizzatori di smartphone non credo sia quella di chi ha necessità dei win32 o altre cose del genere, ma di chi vuole chattare, scattare foto e solo in caso di estrema necessità telefonare.
    Forse non ho colto cosa intendete voi per innovazione e sono pronto a ricredermi e a chiedere scusa quando questo benedetto device sarà sul mercato.

  11. Citazione di uno dei migliori commenti che ho letto in questo Blog; avevo archiviato il testo ma, in questo momento, non rammendo chi sia l’autore:

    “Partiamo da qui. Nella maggior parte dei casi gli smartphone in circolazione, anche quelli da 1500 euro, sono usati in massima parte per fotografare qualsiasi cosa, per i social e per whatsapp, un po’ più raramente per telefonare, funzione primaria per cui erano nati i cellulari. Le app, la massima parte, sono degli accrocchi che non aggiungono nulla al web: posso prenotare un aereo direttamente dal web, posso consultare il mio conto dal web, posso comprare un biglietto per una partita dal web e via dicendo. Inoltre con un display così piccolo devo avere una vista perfetta e dita mignon, usare un ERP o Word o Excel o una qualsiasi applicazione con funzioni importanti sullo smartphone è impossibile. Va aggiunto anche che parecchie volte non conta perché si usi lo smartphone ma è importante mostrare quello più costoso e di ultima generazione (si fa per dire). Il discorso cambia se si parla di tablet o di device foldable da tenere in tasca ed aprire all’occorrenza, con la possibilità di poter supportare una qualsiasi applicazione con performance nella media. In questo caso avrei tra le mani un PC a tutti gli effetti collegabile con facilità ad un qualsiasi TV e a cui collegare qualsiasi device, così mi porterei in tasca il mio mondo, il mio lavoro, i miei hobby, ecc. Avrei insomma tutto sempre con me in tasca, altro che app. Nessuno dovrebbe sviluppare nulla per questo Surface Phone, è già tutto pronto!”.

    • Roba mia Giampiero, di qualche mese fa. Ma il tempo passa e non si arriva a nulla, solo sensazioni, righe di codice, brevetti datati e talvolta superati, pseudo-rivelazioni e atre fumose pseudo-notizie.
      Confermo quello che ho scritto, ma poi i dubbi sono cresciuti e nel frattempo gli altri sono andati avanti. Magari con delle sciocchezze e delle cose inutili per noi supertecnici, però resta il fatto che la maggior parte delle case automobilistiche anche molto importanti e di prestigio p.e. hanno investito negli altri e non hanno aspettato Microsoft e ora per farli reinvestire la rivoluzione o l’innovazione dovrà essere assolutamente indispensabile. Era quello che prevedevo. E non credere che gli altri non stiano pensando a device foldable, magari ci stanno anche leggendo.
      Non ho idea di quando arriverà questa rivoluzione e nemmeno tu ce l’hai. Restiamo in attesa e vediamo che succede.
      Buona giornata.

      • Noi un’idea ce l’abbiamo ma, al di là di questo, ti faccio notare che un dispositivo foldable senza un software apposito (quello in arrivo su Andromeda) resta solo un involucro esteriore e basta. Sai, in Microsoft hanno progettato un dispositivo in cui il software si adatta al dispositivo e viceversa; un Android con un solo schermo o con doppio display non cambia i fattori. Lo ripeto, solo la Microsoft attuale può disporre di una completezza a 360 gradi di cui nessuno può minimamente avvicinare. Poi, in ambito Auto, come ben sai, tramite la piattaforma Azure, Microsoft ha stabilito importanti contratti con prestigiose Case automobilistiche, tra cui BMW. Aggiungo, anche qui nulla di nuovo: i report economici certificano una Microsoft in continua ascesa, nessun settore escluso. Questa è la fotografia, che anche tu in quell’intervento del passato hai acutamente sostenuto.

        • Intanto BMW ha basato il tutto su Siri e non su Cortana e su iOS e non su Windows. Il prototipo usa Azure per lo scambio dei dati. E poi scusa hai delle spie dentro Apple e Google che ti dicono che certamente non stanno sviluppando qualcosa di simile ad Andromeda, con display foldable e annessi e connessi?
          Non sono qui per fare i conti in tasca a nessuno e sinceramente che i conti di Microsoft migliorano e che quelli di Apple magari peggiorano non me frega assolutamente nulla, gli unici conti che mi interessano sono i miei.
          Comunque, io sono ancora di quell’idea e mi piacerebbe tanto che ci fossero delle vere innovazioni a breve. Per quanto riguarda le competenze di Microsoft che altri nemmeno possono avvicinare, bhè, ci andrei un po’ piano, certe situazioni bisogna conoscerle dall’interno non per sentito dire.

          • Qui nessuno nega le competenze della concorrenza; Microsoft infatti con intelligenza fa affari con loro. Qui si discuteva di completezza, che è un’altra cosa. Il sistema operativo unificato, puoi starne certo, è lungi da arrivare Altrove, se mai arriverà. Detto questo, al di là delle opinioni e dei fatti (la Build ne sta sfornando in continuazione), ritengo chiusa la discussione, in quanto tutto quello che c’era dire credo di averlo detto. Altre cose le esprimerò in qualcuno dei prossimi articoli.

  12. Scusate se rompo ancora, vi giuro che questo è l’ultimo commento.
    In tutta questa discussione ho capito una cosa e cioè che se sei “tifoso” di Microsoft sei un grande qualsiasi cazzata spari, ma se solo ti lasci sfuggire qualche critica o un’opinione diversa allora non sei più il benaccetto. Sembra di stare tra gli ultras della curva sud. Mi spiace perchè pensavo di scrivere in un blog dove le persone avessero la mente sufficientemente aperta per accettare anche le critiche o semplicemente per rispondere pacatamente alle opinioni degli altri magari con degli esempi o aggiungendo qualcosa di più concreto o definire meglio determinati concetti, invece nulla. Una domanda: non fareste prima, rivolto agli amministratori, bannarli quei commenti che non piacciono e vi danno fastidio? Grazie.

  13. Incollo questo articolo, di cui io stesso avevo scritto in questa sede, a beneficio dei nostri lettori, che potrebbero farsi ingannare da chi tenta di fare disinformazione.

    https://www.wired.it/gadget/motori/2016/03/31/bmw-connected-prima-auto-veramente-connessa/
    A Build 2016 BMW ha annunciato un assistente virtuale dedicato all’auto che sintetizza Siri, Google Now e Cortana in una sola app
    San Francisco – Cloud computing services e internet of things sono due degli argomenti principali del secondo giorno di Build, la conferenza per gli sviluppatori Microsoft in corso a San Francisco. E sono alla base del nuovo progetto appena annunciato da Microsoft e BMW. Sul palco del Moscone West Convention Center Thom Brenner, Vice President of Digital Life della Casa bavarese, ha mostrato oggi il video di un prototipo che porta l’integrazione tra vita digitale e oggetti connessi al livello successivo. La demo mostra che l’integrazione con l’auto parte prima ancora di uscire di casa, con HoloLens: la proiezione virtuale mostra informazioni su meteo, calendario e traffico e permette di scegliere l’auto con cui affrontare il viaggio. Una volta a bordo, il sistema continua a raccogliere informazioni per mostrare il percorso ideale, proponendo alternative dettagliate fino alla scelta della corsia da percorrere grazie a un assistente virtuale simile a Siri e Cortana.

    Tutto è basato su BMW Connected: disponibile da oggi per iOS, l’app sfrutta i servizi di machine learning di Microsoft e la cloud Azure per funzionare, si sincronizza con Outlook per sapere la destinazione e restare aggiornata sulle condizioni del traffico e per contattare amici e parenti in caso di ritardo sui tempi programmati per l’arrivo. L’app impara dalla tua routine, proponendo i tempi di percorrenza aggiornati verso i tuoi luoghi più frequentati prima di ogni viaggio, come già Google Now.
    Sempre tramite app si possono aprire e chiudere le portiere, accendere le luci, l’aria condizionata o il riscaldamento prima di salire a bordo. La parte più interessante deve ancora venire: grazie all’integrazione con Cortana, il sistema sarà successivamente in grado anche di gestire il calendario in tempo reale aggiungendo appuntamenti presi durante una conversazione telefonica, oltre che di proporre appuntamenti in base alla posizione geografica — come un pranzo con gli amici in zona, sincronizzando automaticamente in calendari per trovare un momento libero che vada bene a tutti.

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