Dispositivi anti-abbandono bambini, con soluzioni smart, per la protezione del bambino e la tranquillità dei genitori, sono sempre più attuali e necessari. E la prima soluzione disponibile è BebèCare, idea smart offerta da Samsung e Chicco, con collegamento diretto tra smartphone, seggiolino, telecamera e sensori di movimento. I sensori di movimento rilevano la presenza del bambino nel seggiolino o in casa ed inviano le relative informazioni sullo smartphone dei genitori.
È di appena pochi giorni fa l’ennesimo dramma di un genitore che ha dimenticato il proprio figlio in un’auto esposta al sole, per poi rendersene conto solo dopo molte ore, quando ormai non c’era più nulla da fare. Un bimbo morto, un genitore altrettanto di fatto ed una società tutta che continua a chiedersi del perché possano accadere simili tragedie. E, in questo contesto, il “testimone” non può che essere porto in favore delle aziende hi-tech, invitate ad offrire immediate soluzioni; a cominciare da Microsoft, Google ed Apple, mai come oggi molto attente agli sviluppi dell’intelligenza artificiale.
Propongo, quindi, questo articolo, vuoi per rendere l’opinione pubblica partecipe di soluzioni intelligenti, ma soprattutto per sensibilizzare le aziende del settore a dispiegare il massimo delle proprie energie, al fine di fornire sempre nuove proposte.
Ma, veniamo al dunque!
BebèCare di Chicco e Samsung.
Fin dal mese di dicembre dello scorso anno era stato sollecitato l’obbligo dei sensori anti-abbandono in auto, entro il 2018. E la prima risposta è arrivata dalla joint venture tra Samsung e Chicco, che ci offre l’innovativo BebèCare, un set integrato da sensori di movimento, che rilevano la presenza del bambino ed inviano le relative informazioni agli smartphone dei genitori.
Il sistema è composto da due configurazioni di base, una per l’esterno (out of home), l’altra per l’ambiente domestico (in home).
Il primo set è rappresentato da un seggiolino per l’auto, integrato da un sensore di movimento, che, rilevando la presenza del bambino, invia le relative informazioni allo smartphone dei genitori, attraverso l’apposita app BebèCare, così consentendo l’intervento immediato. Precisamente, non appena si posiziona il seggiolino in auto, sull’app cambia il colore dell’icona corrispondente alla funzione “out of home”, che da grigio (disattivato) diventa di colore verde (attivato). Da quel preciso istante, si attiva il collegamento bluetooth tra il sensore del seggiolino e lo smartphone del genitore che è in auto. In ipotesi di allontanamento del genitore, il sistema si pone in stato di allarme, inviando una prima notifica sms: in ipotesi di immediato ritorno il sistema disattiva l’allarme; diversamente, il sistema invia ulteriori sms a tutti i telefoni collegati, con la posizione cartografica del seggiolino.
Naturalmente, nell’ipotesi di uscita dall’auto, sia del genitore che del bambino, il sistema e la relativa connessione bluetooth si disattivano in automatico.
Il set è fornito di una batteria garantita per 4 anni, dopodiché, sarà necessaria la sostituzione; il che sarà suggerito da un ulteriore messaggio trasmesso agli smartphone collegati. Contestualmente, la scelta di notificare i messaggi attraverso sms è dipesa dalla necessità di non obbligare l’utente ad avere una connessione dati attiva.
Il secondo set è, invece, composto da un sensore di movimento integrato nella telecamera Samsung Gear 360, che, in ipotesi di movimento o pianto del bambino, effettua notifiche agli smartphone dei genitori.
Conclusioni.
Questa è la prima soluzione proposta e non può essere l’ultima. Del resto, anche considerata l’importanza della sua applicazione, il sistema è assolutamente perfezionabile e giammai può essere considerato quale apparato definitivo.
A mio modesto avviso, potrebbe puntarsi a perfezionare il sistema con apposite funzioni di geolocalizzazione, quindi con una mappatura dettagliata e, perché no, con collegamento diretto alle forze dell’ordine ed al sistema sanitario. Oltretutto, il sistema proposto è attualmente disponibile soltanto su una singola piattaforma, in quanto tale addirittura “slegato” dal relativo sistema operativo. Diversamente, un sistema multipiattaforma, oltre che dinamico, risulterebbe maggiormente funzionale; e ciò soprattutto in considerazione dell’elevata utilità sociale che un’applicazione simile può rivestire nella società contemporanea.
E ancora, l’approccio moderno all’intelligenza artificiale insegna che difficoltà simili possano essere studiate ai fini di un “trattamento” del problema già a prescindere dalle segnalazioni generate dagli allarmi. Mi riferisco alla possibilità di studiare un sistema che, all’attivazione dell’allarme, possa di per sé apportare determinate soluzioni, quali l’apertura dei finestrini, per il passaggio dell’aria, ovvero l’attivazione del sistema di climatizzazione.
E, se attualmente le soluzioni di intelligenza artificiale stanno progredendo verso scenari inimmaginabili, a cominciare dalle recenti proposte avanzate da Microsoft e Google, il mio auspicio è che la tecnologia in parola sia studiata a partire dalle applicazioni di effettiva utilità sociale, come quella in oggetto; che, poi, sono quelle che maggiormente conferiscono senso al progresso tecnologico. Dal che, proprio in considerazione delle citate soluzioni, ma altresì degli sviluppi moderni dei sistemi di mappatura e geolocalizzazione, già allo stato offerti sia da Microsoft che da Google ed Apple, si auspicano vivamente repentine innovazioni proprio in tal senso, a cominciare dalle aziende appena menzionate.
Decisamente una cosa utile ed una funzionalità che dovrebbe diventare obbligatoria in tutte le vetture di nuova produzione.
Alla domanda come mai succedono queste tragedie, la risposta: sono le stesse tecnologie che state mettendo nelle auto e in ogni dove nella vota quotidiana di un individuo.
Basta non circondarsi da queste frivolezze per avere la testa ben salda sulle spalle e gli occhi e la concentrazione sul mondo reale.
Il prossimo cosa sarà?
Un dispositivo di notifica per bere?
Puahaha
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