Perché le Universal App sono il futuro

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universal app windows 10 microsoft - surface phone italia
universal app windows 10 microsoft - surface phone italia

Il concetto di App è mutato di generazione in generazione. Con iPhone, i software venivano chiamati, appunto, App, termine tanto semplice quanto potente, eppure con lo stesso termine prima si indicavano anche i software per computer. Con l’avvento di iPhone e degli smartphone in generale, si è fatta distinzione fra App e software classici/desktop: mentre le App sono fatte ad-hoc per il mobile, i software desktop sono considerati programmi che girano solo sui classici computer. Naturalmente, dal punto di vista informatico, le App sono dei normali sofware a tutti gli effetti (ricordiamoci che App sta per Application, cioè per Applicazione). Eppure, se consideriamo il termine nella sua inclinazione mobile, notiamo che, nel tempo, si è creata una divergenza fra l’App e il software classico. Il problema risiede nel fatto che le App si sono specializzate nell’essere fruibili sui dispositivi mobile, ma, al tempo stesso, hanno perso funzionalità che invece esistono nella controparte desktop.

 

 

Perché?

Per trovare risposta, ripercorriamo ancora una volta il passato del mondo mobile.

Ricordo quando uscì il primo iPad: ottenne la nomina di “iPhone gigante”, poiché presentava le stesse App e lo stesso sistema operativo del fratellino iPhone. Ci si aspettava, invece, una versione touch di OS X, eppure la tavoletta touch, a un primo impatto poco utile, ebbe un successo tale da portare alla nascita del segmento tablet, finora molto di nicchia.
Ciò che decretò il successo del tablet in generale, fu il fatto che permetteva di eseguire un numero limitato di operazioni, ma in velocità e con semplicità, in primis mail e navigazione web. Fu così che i netbook finirono nel dimenticatoio, mentre i tablet vendevano sempre di più e molte marche si buttavano nella mischia.

Con il passare del tempo, le funzioni dei tablet aumentarono; purtroppo, c’è un limite a ciò che un tablet può fare, non tanto per la potenza di calcolo, quanto per i limiti di funzionalità imposti dalle App: la filosofia delle App attuali è “fare poche cose ma fatte bene”, per cui accade spesso che lo stesso software presenti una versione desktop completa e una versione mobile ridotta nelle funzionalità.
Se su uno smartphone il concetto funziona (lo si usa più per visualizzare contenuti al volo che per crearli), sul tablet ci sono limiti che ai più esigenti non stanno bene.
In questo senso, Microsoft, presentando il Surface, ha anticipato il mercato: oggi, infatti, il settore dei 2-in-1 è in crescita e il numero di produttori è in aumento, mentre il mercato dei tablet classici è in una fase incerta. I 2-in-1 riescono, infatti, a unire la portabilità del tablet alla potenza e, soprattutto, al parco software di un computer portatile. Se si vuole produrre contenuti o fare cose particolari, il software classico resta imbattuto, eppure le normali App potrebbero fare di più.

Qui entra in gioco la rivoluzione delle Universal App. Innanzitutto, si tratta di considerare l’App non come un prodotto, quanto come un servizio che è disponibile indipendentemente dal dispositivo in uso (sviluppatore permettendo). L’idea che la stessa App per computer possa essere eseguita tale e quale su mobile, comporta che sia su mobile che su computer si abbiano le stesse funzionalità.

Ciò ci porta ad auspicare un futuro in cui non ci sarà distinzione fra App e software desktop, bensì si avrà il solo concetto di App completa. Attualmente non è così; facciamo un esempio pratico: l’App mobile di Facebook permette di fare molte cose, eppure la versione desktop web consente di farne di più (in particolare, la gestione delle pagine Facebook è più completa). Quindi, se devo gestire efficacemente la pagina Facebook dal tablet Windows, devo chiudere l’app, aprire il browser e accedere a Facebook versione web. Perché non integrare le funzioni mancanti nell’app?

Grazie ai tool di conversione di Microsoft, le vecchie app win32 e le web app potranno essere rimpiazziate dalla corrispettiva Universal App che, a discrezione dello sviluppatore, potrà essere eseguita anche su smartphone e, perché no, su Xbox.

Poniamo che Adobe decida di convertire InDesign in Universal App: ve lo immaginate un grafico che crea un logo usando tale programma sul Lumia, tappando felicemente le dita sul display grande addirittura 6”? Ovviamente no, InDesign non si presta a display così piccoli, tuttavia Microsoft, prevedendo il problema, ha partorito Continuum, un sistema per usufruire delle App universali su uno schermo più grande, lasciando che il codice venga eseguito sullo smartphone.

Microsoft, con l’idea delle Universal App, di Continuum e di Windows-as-a-service, si è dimostrata lungimirante, anche se al momento potrebbe non sembrare. Vi ricordate che il Surface alla nascita era stato quasi snobbato? Da Surface Pro 3 in poi, invece, ne sono state colte le potenzialità. Un processo analogo potrebbe accadere con le Universal App nel giro di qualche anno. In questo contesto, ritengo che il Surface sia un ponte di passaggio dal mondo dei software classici a quello delle Universal App: il Surface è fantastico perché permette di eseguire in un dispositivo dall’aspetto di un tablet programmi che girerebbero solo sui computer classici, per esempio AutoCad, la suite Adobe o i giochi di Steam, cosa che sugli altri tablet è impensabile. Tuttavia, è un bene e un male al tempo stesso che Surface venga apprezzato per questo motivo, perché, se è vero che consente di fare cose che con un iPad non sono pensabili, nel frattempo si ammette la superiorità dei software classici.

Si spera, quindi, che in futuro le persone acquisteranno un Surface o un 2-in-1 per la possibilità di poter eseguire comodamente delle applicazioni complete, non perché debbano usare Photoshop desktop a causa delle scarse funzionalità di Photoshop mobile.

In definitiva, la filosofia delle Universal App cambia quello di App classica in “fare le stesse cose, bene e ovunque”.

 

Riusciranno le Universal App a farsi apprezzare da sviluppatori e consumatori? Al numero di download l’ardua sentenza.

 

 

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13 Commenti

  1. Complimenti, sono completamente d’accordo con te.
    Il potenziale che ha MS con le Universal App è veramente enorme. Ma ci vuole un pò di tempo per raccogliere i frutti. Sono sicura che nel giro di massimo 4, 5 anni, il market share di Windows Mobile aumenterà notevolmente.

    • Grazie! Si, ci vorrà qualche anno sicuro affinché le Universal App si diffondano, sperando che fungeranno da traino efficace per Windows Mobile

  2. Articolo molto interessante. Complimenti all’autore.
    Anche io sono d’accordo sul fatto che le Universal App sono il futuro, però temo tantissimo la mancanza di app. Microsoft ha capito benissimo dove spingere nel mercato, ma ha sbagliato le tempistiche. Spero solo che non sia troppo tardi.
    Più passa il tempo, più vengono lanciate app rivoluzionarie (ahimè, mi riferisco a pokemon go) e più l’assenza sullo store microsoft si fa sentire di più.
    Ora è il momento di spingere. Domani potrebbe essere troppo tardi.

  3. Gran bell’articolo su tematiche che, da quando nel gennaio 2015, è stato presentato Windows 10 ho subito intuito che le cose stavano per cambiare. I processi di cambiamento non sono immediati e a volte nemmeno indolori, ma quando sono basati su una programmazione seria risulteranno vincenti. Sono contento che in questo gruppo di Surrface-Phone.it, a partire naturalmente dagli ideatori e curatori del sito, ci siano molte anime gemelle al mio pensiero.
    Se posso permettermi un sprono: insistiamo su questo argomento, martelliamo senza tregua perché questa è la strada giusta per fare di questo blog il numero uno in Italia.

    • ahahah magari @giampierob:disqus . Siamo pieni di entusiasmo, ma al momento non abbiamo queste velleità 😀 Comunque, come ti dico sempre, hai carta bianca sugli articoli 😀

      • Vediamo domani pomeriggio di scrivere qualcosa; intanto cerco raccogliere le idee tra stasera e domani mattina. Naturalmente, sono sempre pronto ad accogliere suggerimenti!

  4. State amalgamando un team di persone valide per il futuro . Un grazie sincero da parte mia a tutti voi . Spero che tutto questo entusiasmo e spirito di mettersi in gioco verrà un giorno ripagato .

  5. Secondo me la confusione che regna è ancora troppa e Microsoft non contribuisce di certo a fare chiarezza. Mi spiego meglio: che senso ha permettere di pubblicare sullo store delle UA e lasciare allo sviluppatore la facoltà di poter scegliere su quale dispositivo farla funzionare? Se è universal DEVE essere universal, ovvero funzionare su TUTTI i dispositivi, invece ci troviamo con UA che funzionano solo su desktop e non su mobile e viceversa. Capisco l’esigenza di avere più app possibile nello store, ma così si svilisce il tutto ed i fruitori perdono fiducia.

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