Safer Internet Day: Microsoft ci insegna come difenderci dalle minacce del WEB

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Safer Internet Day
Safer Internet Day

In occasione del Safer Internet Day – appuntamento annuale organizzato a livello internazionale per promuovere un uso più sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie – Microsoft ha diffuso i risultati dell’edizione 2017 Digital Civility Index, ricerca che analizza le attitudini e le percezioni degli adolescenti (13-17) e degli adulti (18-74) rispetto all’educazione civica digitale e alla sicurezza online in 23 Paesi, Italia inclusa.

Secondo lo studio, l’Italia si posiziona al 10° posto nella classifica, su un totale di 23 Paesi, per l’esposizione ai rischi online.  In particolare:

  • Il 63% degli intervistati dichiara di essere stato vittima di almeno uno dei principali rischi online, in particolare dicontatti indesiderati (45%) e di fake news, truffe e frodi online (28%). La percentuale sale all’81% se si includono anche esperienze di amici e familiari.
  • Dal rischio virtuale a quello reale il passo è breve: il 40% ha incontrato di persona l’autore della minaccia e nel 38% dei casi, le minacce sono perpetrate da familiari, amici o conoscenti (+2% rispetto alla media globale).
  • 53% dei partecipanti alla ricerca hanno riportato di aver subito molestie, posizionando l’Italia al 12° posto in classifica per questo tipo di rischio. Lo studio definisce molestie i contatti indesiderati, il sexting indesiderato, molestie online, cyberbullismo e misoginia. Complessivamente, le donne riportano maggiori livelli di molestie rispetto agli uomini. Gli adulti riportano di essere oggetto di molestie più che i teenagers.

Lo studio mette poi in luce anche le reazioni delle vittime dei rischi online, che variano tra chi ha incontrato l’autore delle minacce e chi no:

  • Diminuisce la fiducia nelle persone sia online (56% delle vittime che ha incontrato l’autore delle minacce vs. 42% che non ha incontrato il proprio carnefice), Sono ridotte le attività su social media, blog e forum: 33% delle vittime che ha incontrato l’autore delle minacce vs. 22% che non ha incontrato l’autore)

Notizie positive invece per il nostro Paese che è sopra la media per quanto riguarda la capacità di trattare gli altri con rispetto e dignità (79% vs una media globale del 71%) e il rispetto dei punti di vista differenti (68% vs media globale 60%). Interessante, notare come gli adulti più che i teenagers (13-17 anni) evidenzino la necessità di prendersi una pausa di riflessione prima di commentare o rispondere online a commenti con i quali non sono d’accordo (54%) e di sapersi difendere dalle minacce (59%).

Dal Digital Civility Index inoltre emerge che il 64% degli Italiani sa a chi rivolgersi per chiedere aiuto (+19% rispetto alla media globale) a dimostrazione dell’efficacia delle campagne di sensibilizzazione da parte delle istituzioni e aziende sul tema. Tuttavia, solo il 39% degli intervistati è sicuro di saper gestire i rischi online (vs. 46% media globale).

“Anche quest’anno il Microsoft Digital Civility Index offre uno spaccato non solo sui rischi online, ma sui comportamenti che gli Italiani hanno in relazione alle principali minacce online. Se da un lato vediamo crescere nel Paese comportamenti civili sempre più importanti nel dibattito online, dall’altro registriamo ancora dati preoccupanti su minacce a minori, donne e a tutti gli utenti più in generale” ha dichiarato Paola Cavallero, Direttore Marketing & Operations Microsoft Italia. “Siamo costantemente impegnati per promuovere nel nostro Paese un uso consapevole delle nuove tecnologie e di Internet, affinché gli Italiani di tutte le età imparino a vedere il digitale come un’opportunità e non un pericolo.”

8 consigli per proteggersi

1. Utilizza password complesse e diversificate per ogni account che richiede credenziali di accesso

Troppo spesso scegliamo password molto semplici che da un lato sono facili da ricordare ma che dall’altro possono essere individuate rapidamente dai cybercriminali. Soprattutto se utilizziamo la stessa password per tutti gli account che ne richiedono una. È necessario quindi assicurarsi che ogni password abbia il giusto livello di complessità: utilizzare almeno 10 caratteri che siano un buon mix tra lettere -maiuscole e minuscole- numeri e caratteri speciali. Esistono inoltre degli strumenti che aiutano nella gestione sicura delle diverse password.

2. Non accettare inviti o richieste di contatto da sconosciuti sui social media

Non tutte le persone che si incontrano online sono quelli che affermano di essere. È normale che i criminali informatici creino falsi profili sui social media per favorire le relazioni con utenti incauti e agire indisturbati per avere accesso a dati sensibili. Se si viene contattati da un estraneo online, che insiste affichè si condividano informazioni personali o che chiede denaro, questo dovrebbe scatenare campanelli d’allarme. Se possibile, è sempre meglio fare delle ricerche sulla persona per vedere se l’account è autentico. Se non si è ancora sicuri dell’identità della persona, ma si vuole comunque accettare la sua richiesta di amicizia, è meglio limitare le informazioni che la persona può visualizzare sul profilo utilizzando le impostazioni della privacy che trovi sulle diverse piattaforme. Online valgono le stesse regole del mondo reale: non condividere informazioni riservate con degli estranei.

3. Le azioni che compi online possono avere conseguenze anche offline

Bisogna pensare a Internet come alla piazza di una città: è uno spazio pubblico, dove chiunque può vedere o condividere qualsiasi cosa si pubblichi, indipendentemente dal fatto che sia pensato per queste persone o meno. Occorre quindi riflettere sempre sulle informazioni che si condividono online.

4. Proteggi i tuoi dati sensibili e le informazioni personali

Con poche eccezioni, sfortunatamente non esiste una modalità per cancellare in modo permanente i contenuti pubblicati online. Qualsiasi immagine, commento o foto che si pubblicano online è come se rimanesse lì per sempre. Anche se si rimuove il post originale, non si può essere sicuri che altri non abbiano fatto copie o condiviso quel contenuto su altre reti. Quindi è bene non rendere pubbliche quelle informazioni che si vuole che rimangano private.

5. Fai attenzione sempre a dove clicchi

Una tattica cybercriminale ormai collaudata consiste nell’indurre gli utenti a scaricare malware che consente di rubare informazioni. Da un gioco popolare a un’e-mail che offre supporto tecnico, il malware può essere mascherato in una varietà di modi diversi. È quindi sempre meglio evitare di scaricare app che sembrano strane o che provengono da un sito sconosciuto e cliccare sui link all’interno di mail contenenti per esempio molti errori di ortografia e provenienti da un indirizzo mail strano. Se non si è completamente sicuri, è cosigliabile mettersi in contatto con il brand attraverso i canali ufficiali. È sempre meglio fare un controllo in più piuttosto che rischiare di compromettere la sicurezza.

6. Aggiorna sempre il tuo antivirus e le impostazioni di privacy

Se non aggiorni le tue difese, sei più vulnerabile ai crimini informatici. È importante aggiornare il proprio sistema operativo e verificare le impostazioni sulla privacy delle proprie applicazioni e del browser che si utilizza.

7. Usa sempre una connessione sicura

Quando si utilizza una connessione Internet pubblica, ad esempio la rete Wi-Fi in un centro commerciale, non si ha alcun controllo diretto sulla sua sicurezza. In questi casi è quindi opportuno non condividere informazioni riservate. È più sicuro aspettare finché non si è a casa o si è certi di essere connessi a rete sicura.

8. Chiedi consiglio alle persone fidate

Non bisogna avere fretta di cliccare su un link o di pubblicare un post. Non c’è niente di più importante della nostra sicurezza online. Dover fare attenzione alle minacce online può essere stressante, ma ci sono molte risorse che possono essere di aiuto. Ogni volta che un utente si trova in ??una situazione sospetta è bene rivolgersi sempre a una persona fidata, un amico, un genitore, un insegnante o anche un esperto in tecnologia.

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Fonte: Comunicato stampa