Non so voi ma a me WinHec ha suscitato entusiasmi ma mi ha anche sollevato parecchie domande. Molte domande. Perché è facile dire che è stupendo avere le applicazioni x86 emulate su ARM, ma ci sono un milione di cose da tenere in considerazione, tipo la fruibilità di queste applicazioni su schermi piccoli, la velocità di emulazione e un po’ di altre cose.
Dunque partiamo da un po’ di cose che si sono dette a WinHec o comunque in questi giorni.
- Il buon Terry dice che Microsoft si concentrerà in futuro su “device ARM con connettività cellulare”
- Viene annunciato che con Redstone 3 la GUI di Windows 10 subirà un processo di redesign grazie al nuovo toolkit Neon
- Ci sono rumors sempre più insistenti di un accordo storico tra i due rivali di sempre (AMD e Intel) per l’integrazione delle GPU AMD nei processori Intel
- Al WinHec si annunciano una serie di novità tra le quali:
Windows Holographic
Project Evo con Intel
Supporto eSIM
Emulazione x86 su ARM
Un po’ di considerazioni sulle tecnologie
La prima cosa che mi viene in mente, in tutto questo, è che il gigante delle schede grafiche nVidia, rischia di avere i giorni contati (almeno nei mercati che tutti conoscono, diverso quello dei sistemi di supercalcolo). Nulla ha a che fare con Microsoft, ma è comunque qualcosa da tenere in seria considerazione per il prossimo futuro.
Pensateci un attimo. Le console, Xbox e Playstation 4, montano APU AMD. La maggior parte dei notebook, ora, monta una CPU Intel e spesso una GPU nVidia, visto che quelle Intel fanno piuttosto pena.
Ma cosa succederebbe se in una prossima 8va generazione dei processori Core ci trovassimo una GPU AMD? Avrebbe senso metterci un Chip nVidia? E per i desktop? Non sarebbe molto più utile metterci una scheda AMD che viaggi in CrossFire con quella del processore? Perché, dai si è mai visto un sistema in cui i driver Catalyst e nVidia convivano senza fare a pugni?
Ulteriormente spero abbiate notato che Microsoft ha parlato di ARM ma, per ora ha anche parlato di Qualcomm. Non di nVidia con Tegra. Considerando che praticamente tutte le architetture ARM prevedono una scheda 3D accelerata nel SOC, anche in questo caso la fetta per nVidia può essere relativamente limitata.
Parlando di ARM, mi dico… perché Qualcomm? Voi sapete come funziona il discorso di ARM. ARM, parlo della compagnia la ARM Holdings con sede in Inghilterrra, che non produce processori, si “limita” a progettare le architetture che poi sono date in licenza ai produttori. Così Samsung si fa il Exynos, Apple l’A10, nVidia il Tegra, Huawei il Kirin, , Qualcomm gli Snapdragon, Mediatec gli MTK e avanti così. Vi sono ovviamente delle differenze tra i vari SOC ma i processori ARM sono tutti compatibili in quanto basati su una stessa architettura di riferimento.
Ora, alla luce di tutto questo mi dico… perché parlare solo di Qualcom? Mi frulla in testa una cosa, anche se non vorrei fosse troppo azzardata. Voi giovani non lo ricorderete ma a me è venuto in mente il processore AMD K5. Non perché sono un vecchio nostalgico, ma perché questo processore ha cambiato le carte in tavola relativamente alla famiglia x86. Prima di esso esistevano i processori RISC (Reduced Instruction Set Computing) che possedevano una serie di istruzioni del microprocessore limitata (ma molti registri) e gli x86 che erano dei CISC, con istruzioni complesse e un numero di registri talmente limitato da essere quasi imbarazzante. I RISC, per la loro natura semplice e lineare, in quel periodo progredivano alla grande (difatti erano il cuore di tutte le Workstation e server Unix, oltre che delle console dell’epoca) mentre i processori X86 arrancavano un po’.
Arrivò AMD con K5 e ebbe un’idea geniale (anche se i risultati non furono proprio entusiasmanti). L’idea fu di costruire un chip RISC (in particolare lo derivò da quella del proprio chip RISC Am29000) con in testa un modulo di transcodifica hardware da x86. In pratica alla CPU arrivava un microcodice x86, questo arrivava al primo stadio della CPU, veniva tradotto in hardware in microcodice Am29000 e poi eseguito. La cosa permetteva quindi di non rinunciare alla compatibilità con il passato ma di usare la semplicità delle architetture RISC per far progredire le stagnanti CPU x86. Al momento attuale tutte le CPU x86 usano la stessa tecnologia e sono delle RISC all’interno.
Perché questa dissertazione? Presto detto, se il supporto ai processori ARM è mirato specificamente ai processori Qualcomm non vorrei che avessero ripreso l’idea, immaginate una conversione x86 à ARM in hardware per i processori Qualcomm e in software per altri privi di circuiteria di traduzione. Questo permetterebbe una velocità di esecuzione quasi pari ai processori nativi x86.
Sempre relativamente al discorso prestazioni c’è un’altra considerazione da fare. Sono andato a guardarmi le specifiche ARM-15 e ho scoperto che è supportato il multiprocessing fino a 4 processori. Immaginate cosa vorrebbe dire avere un notebook ultrasottile, che consuma pochissimo e con quattro processori ARM, ognuno dotato di 4/8 core. Sarebbe uno spettacolo.
Parliamo dell’ultimo tassello tecnologico, ovvero quello della eSIM. Non si tratta più di una Smart Card, quanto piuttosto di una specie di TPM dedicato alla gestione dei certificati digitali rilasciati dai vari operatori. L’idea alla base è quella per la quale non è più necessario cambiare SIM ogni volta che si cambia un contratto, quanto piuttosto caricare un nuovo certificato all’interno della stessa eSIM che quindi rimane saldata sul dispositivo. Non serve più avere telefoni dual SIM o attendere i comodi del carrier. Si acquista il certificato e via. La parte per la quale si potranno acquistare piani tariffari direttamente dallo Store mi risulta particolarmente interessante.
Mescoliamo il tutto
Tutto questo per me mette definitivamente una pietra tombale sul Surface Phone. Lasciate perdere, non esisterà mai, almeno non nella forma che possiamo pensare.
Ciò che Microsoft punterà a fare è ciò che ha fatto finora con i Personal Computer. Con un’offerta sufficientemente ampia e dei servizi Cloud di tutto rispetto ci ha permesso di arrivare ad una indipendenza tra dati e dispositivo. Questa cosa è spinta ancora più avanti con Redstone 3 dove finalmente potremmo iniziare un lavoro con un dispositivo e finirlo con un altro, arrivando così anche all’indipendenza in relazione alle applicazioni.
Ora immaginate l’anno prossimo una serie di dispositivi, Notebook, trasformabili 2-in-1, tablet che vanno dalle dimensioni da 6 a 10 pollici, tutti con lo stesso sistema operativo e tutti con connettività cellulare. A quel punto perché dovremmo pensare di usarne uno per le funzioni telefoniche? Non avrebbe senso. La eSIM servirà solo per sottoscrivere un contratto di connettività non di telefonia. Piuttosto immaginate di avere un buon softphone con cui sottoscrivere un contratto VOIP. Il nostro numero di telefono sarà legato a quello. Potremmo registrare più softphone contemporaneamente da più dispositivi diversi e potremmo rispondere dal PC, dal tablet, dalla macchina, il tutto senza dover cercare uno specifico dispositivo. D’altronde, pensateci, oramai tutti i terminali 4G sono a tutti gli effetti dei terminali IP dove le funzioni telefoniche sono già, a tutti gli effetti, delle comunicazioni VOIP con trasporto IP.
A questo punto cosa useremo? Dipenderà dalle nostre esigenze. Avremo certo ancora dei notebook o dei potenti PC desktop, ma avremo anche un qualcosa che sarà la nostra interfaccia con il mondo digitale. Parlo probabilmente di qualcosa che potrebbe assomigliare ad un tablet da 6” (mi fisso con questa misura perché è quella che più facilmente entra in tasca, pur essendo abbastanza grande da non essere troppo limitante). Potrebbe usare uno schermo con chiusura a libro, magari con due schermi da 6” affiancati e un display e-paper touch all’esterno per le funzioni di comunicazioni più basilari come chat e messaggistica.
Arrivati in ufficio potrebbe, tramite connessione thunderbolt, interfacciarsi con una docking station più potente, magari contenente un paio di processori ARM. Collegata la dock, le CPU principali potrebbero diventare quelle della dock, certamente più performanti, mentre quella del tablet andrebbe in standby. Le applicazioni, comprese quelle telefoniche, sarebbero “passate” verso il sistema principale.
Oppure, semplicemente, potremmo appoggiare il nostro sistema personale su un caricatore wireless. Una connessione NFC rivelerebbe che il telefono è appoggiato e le funzioni di telefonia e comunicazione migrerebbero sul desktop o sul notebook senza soluzione di continuità e noi potremmo continuare a fare tutto con il sistema da scrivania. Non è poi quello che facciamo quasi quotidianamente su Skype?
A questo punto appare chiaro che questo sistema non deve essere necessariamente disegnato secondo i dettami della telefonia, quanto piuttosto della portabilità e dell’adattabilità. Deve essere in grado di funzionare autonomamente, ma anche di collegarsi ad altri sistemi per poterne sfruttare le periferiche di input e output.
La possibilità di avere una compatibilità con le app x86 permetterà di poter portare con se anche le applicazioni legacy necessarie, attendendo un cambio opportuno. Penso che a tutti sarà venuto in mente il player di compatibilità PowerPC che adottò Apple per passare da architettura RISC ad Intel. Non fu qualcosa che rimase per sempre ma permise di generare mercato nel frattempo che gli sviluppatori passavano ai nuovi metodi di programmazione. Quando tutte le applicazioni saranno UWP non sarà più necessario come non sarà necessario avere una distinzione tra ARM e x86. Semplicemente tutto funzionerà come sempre.
Quindi? Sono molto curioso di vedere quanto accadrà, ma sono sicuro che quello che vedremo tra breve non sarà un Surface Phone quanto piuttosto un Surface Personal Companion, ovvero il prossimo passo per un mondo always on e per la comunicazione nel nuovo secolo, un qualcosa che ci permetterà di fondere PC, cloud, comunicazione personale, ma che sarà anche parte di un nostro “Digital Cloud” più ampio, al punto che lo potremo espandere o di cui potremo utilizzare le funzioni anche con altri device nel momento in cui siamo in ufficio.
Per restare sempre aggiornato sulle ultime novità scarica la nostra APP ufficiale oppure iscriviti alle nostre notifiche istantanee oppure seguici su Facebook, Twitter, Telegram e Instagram!
Interessante, a questo punto sono curioso di vedere cosa tirano fuori.
Mi sono ad un certo punto ricordato del corso di architettura dei calcolatori e sistemi operativi… ???
Il che è un’ottima cosa… fosse la volta buona che un blog italiano passa a trattare l’informatica in modo serio e non come semplice ribattuta tradotta degli articoli americani.
Stavo infatti se era una cosa positiva o se era un modo carino per dire che era troppo accademico …
Nono va venissimo così…sono d’accordo con Federico, ormai i blog si limitano a tradurre semplicemente…un po’ di concetti accademici, invece, ci stanno alla fine…
Siiii, anche io!! Anche se ormai sono cose che non studio da ormai da 10 anni … Era il primo anno di corso di informatica, non so se mi spiego 😀
Esatto…primo anno secondo semestre…Minchia come sei vecchio xD
ahahahahah, guarda che qualche anno in meno di me hai eh…. Non pensare di avere 20 anni 😀
???
Zitti che se si parla di vecchiume io vi batto alla grande
Ahahaha devi sempre fare i conti con Giampiero ed Enrico eh!! Ahahahahah
Oggi, tra l’altro, con l’influenza mi sento ancora più anzianetto; per fortuna leggere il blog sta fortunatamente avendo effetti benefici sulla gola. Quindi, tra qualche giorno sarò più arzillo che mai! 😉
Credo di essere il più “vecchio” tra i collaboratori e lettori di SPI. Detto questo, la tecnologia, la lettura (romanzi, saggi e fumetti), la fiction in genere rende giovani e curiosi. 😉
Dai spara l’età
Senza problemi: 56 compiuti lo scorso 4 dicembre!
No io sto a 44
Non bastano…. 69. 🙂
Un articolo notevole.
Fossi stato in te Andrea lo avrei spezzato in un paio di puntate guadagnando lo spazio per un po’ di grafica senza la quale difficilmente la maggior parte dei lettori capirà di cosa hai parlato 🙂
Io sono convinto che nel “Surface Phone” il ruolo di Microsoft sarà di supporto e non di realizzazione hardware, non so bene se fornendo delle API di supporto alla virtualizzazione, se fornendo un OS compilato per ARM o magari un mix delle due cose.
Giorni fa avanzavo la congettura, sottolineo che si è trattato di pura congettura, che possa essere realizzato un “compatibility layer” destinato a rendere possibile l’esecuzione di software Win sui sistemi Android, diciamo un “Windows on Android” indirizzato in particolar modo ai dispositivi Samsung, anche se in questo caso mancherebbe il supporto della tecnologia Continuum (destinata comunque ad arrivare con la futura evoluzione dell’OS di Google (fra l’altro pare esista un misterioso sistema operativo al quale la stessa Google starebbe lavorando).
Quanto agli ARM l’esistenza, ora ufficiale, di una versione Win10 compilata ARM, di un ambiente di sviluppo Visual Studio destinato agli ARM e del supporto ufficiale dello stesso Win10 sui nuovi Snapdragon 835 sono cose che lasciano intendere che vi sarà un ruolo dei RISC nei sistemi informativi basati su Windows. Ovviamente non si sa ancora a che livello… anzi non si sa ancora un cavolo dal momento che Microsoft non si sbilancia.
Sono abituato male. Scrivo principalmente per un altro sito, dove però ho un editor che si prende il compito di impaginare, mettere link e grafica ;-P
…colpa mia! ahahah
Viziatissimo scansafatiche!!! 🙂
Chiedo lumi: ciò può beneficiare l’attuale Lumia, cioè potrebbe il rinnovato interesse ripercuotersi sullo Store facendo saltate fuori app che oggi latitano e portando Lumia per quanti come me non lo cambieranno domani a livelli accettabili di usabilità
Come rispondere… può migliorare o peggiorare in base alla tipologia di applicazioni cui sei interessato.
Stiamo assistendo ad un progressivo abbandono della piattaforma da parte di alcuni sviluppatori (circa 1/3 di app morte fatte fuori da Microsoft un paio di mesi fa) ma un grande fermento che interessa le nuove tecnologie messe in campo da Microsoft, con particolare riguardo ad Office ed interoperabilità. A mio avviso ci sarà un notevole scatto in avanti sullo sviluppo di nuovo software a partire dal rilascio della prossima build primaverile, che di novità ne porterà veramente tante.
Uhm… purtroppo non ho la conoscenza adatta per poter contraddire o controbattere ciò che dici, però tutto sommato la tua visione mi ha aperto un pò la mente. Pensare ad un Surface Phone che sia più di un Phone è un’ipotesi più che plausibile.
Più e più volte @uncino22:disqus ha parlato di un prodotto che non verrà commercializzato da Microsoft, ma in quest’ottica l’ipotesi di un “Surface Personal Companion” si fa molto interessante, soprattutto considerando il fatto ( come ha sottolineato federico ) che MS ha licenziato un sacco di dipendenti nel mobile.
Più che altro ha venduto i brevetti e non credo abbia voglia di ricominciare a perdere soldi.
Costruire telefoni di alta fascia è un gioco costoso, molto più costoso che fare tablet ed “All-in-One” perché in un telefono di lata fascia c’è il meglio della tecnologia di ogni settore elettronico spinta ad un livello di miniaturizzazione incredibile, con centinaia di problemi aggiuntivi rispetto a quelli che si incontrano nei dispositivi di maggiori dimensioni (basta pensare alla difficoltà di dissipare il calore ed alle interferenze con le tre o quattro radio radio presenti nel dispositivo).
Ma alla fine che importa chi lo farà? il problema non è nella marca ma nella tecnologia.
Un articolo non per un pubblico generalista ma necessario, di quelli che fanno distinzione e qualità. Sull’annosa questione del Surface Phone si discute sulla possibilità che lo produca Microsoft. Beh, mi sento di scommettere che sarà così. Il motivo principale è che sarà un dispositivo Surface e quindi concepito e realizzato dagli ingegneri dei Pro del Surface Studio ecc. Il fatto che abbiano dismesso chi lavorava alla serie Lumia non significa nulla in quanto il Surface Phone sarà un’altra cosa, e le ipotesi avanzate da Andrea Ghirardini spingono in questa direzione. Se non erro, chi si occupava della fotocamera dei Lumia è rimasto in forza a Microsoft e questo garantirà degli elevati standard anche in questo settore. D’altronde, i concorrenti ora non fanno che esaltare le fotocamere dei propri dispositivi oltre al fatto che non subiscono danni a contatto con l’acqua. Quando uscirà il Surface Phone credo che tutto questo sarà archeologia.
Sperare che i lumia beneficeranno di queste nuove future é una pazzia e dobbiamo guardare in faccia la realtà ed essere obiettivi.
Sicuramente forse l’unico che può salvarsi é il 950XL e il 950 non so e nemmeno il 930/1520 riusciranno a rientraranno a pieni voti . Con Redstone 3 credo per forza di cose alzeranno l’asticella ed é giusto così inutile sperare che resuscitano i catorci . Sicuramente molti grideranno ed il mio ? Calma e gesso , altrove non ti avrebbero acceso nemmeno un barlume di speranza , non pretendere l’America e già quello che c’è oggi é un gran lavoro, poi si sa che con le app si stravolgerebbe il quadro della situazione e dico magaaaari.
Ottimo articolo, complimenti!
[…] standard di categoria ma capaci di estrema versatilità. Gli annunci fatti in Cina, durante il WinHec, sono propedeutici di un cambiamento che andrà a ridefinire la concezione del Mobile, privo di […]
Comments are closed.