Project xCloud è stato presentato ufficialmente da Microsoft durante il mese di ottobre del 2018 confermando le varie indiscrezioni che si erano susseguite nei mesi precedenti ma, sfortunatamente, non sono stati rivelati molti dettagli in merito.
Quest’oggi, grazie ad una descrizione inedita pubblicata sul sito Web del Game Developers Conference (GDC), il più grande evento dedicato agli sviluppatori e ai professionisti del gaming in programma il 18 marzo a San Francisco, emergono nuove interessanti curiosità sul progetto cloud di casa Redmond che, ricordiamo, è basato fondamentalmente sulla piattaforma proprietaria Azure considerata da molti la migliore al mondo.
Project xCloud is enabling console native games to stream through our Azure-hosted game servers and streaming clients. Any console native game currently shipping in the Microsoft Store on Xbox will be capable of streaming to a mobile device. Project xCloud is an open platform with a customizable client user design experience where streaming starts with Xbox game developers not having to modify a single line of existing game code. This talk… will go deeper into how cloud-aware games built with the Project xCloud software development kit will help games adapt for mobile through the same graphics and input paradigms as console native development. You will also learn about the new microservices layer that allow customization such as glass and touch input when a game controller is not available, all outside of the game.
Il comunicato, scritto con l’intento di annunciare ai developer gli approfondimenti della conferenza, afferma che tutti i giochi nativi di Xbox One ad oggi presenti sul Microsoft Store saranno tranquillamente compatibili e funzionali con xCloud e potranno, quindi, essere eseguiti su qualsiasi dispositivo mobile compresi gli smartphone e i tablet, il tutto senza che gli sviluppatori siano costretti a modificare anche solo una riga di codice. Ovviamente è possibile che alcune delle software house più famose (come, ad esempio, EA) possano rifiutare questa possibilità in quanto danneggerebbe i loro rispettivi servizi streaming.
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