Chrome: ban delle pubblicità invasive

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Google ha iniziato, su Chrome Canary, il blocco delle pubblicità che non rispettano gli standard del protocollo “Better Ads” per la tutela dei consumatori.

Chrome anti-ads

Tempo addietro abbiamo parlato di come Google stesse riducendo i privilegi degli sviluppatori nel campo delle estensioni per il proprio browser. In particolare, sono stati presentati report relativi alle estensioni anti-ads (ad-blocker) e delle possibili limitazioni che sarebbero state introdotte. Tramite queste limitazioni, il colosso di Mountain View, ridurrà i siti e i servizi pubblicitari bloccabili, lasciando via libera alle pubblicità “Whitelist” di Google. Da poco è presente una nuova funzione anti-ads, integrata in Chrome Canary, mirata a bloccare alcuni tipi di pubblicità. Questa funzione potrebbe essere una nuova versione del precedente anti-ads introdotto in Chrome 71.

Il blocco delle pubblicità invasive avverrà direttamente dal browser Google Chrome, senza bisogno di installare estensioni o altro. A differenza dei normali ad-blocker, verso cui il colosso di Mountain View si è espresso negativamente, questa funzione bloccherà solamente le pubblicità non in linea con gli standard della community.

Gli standard Better Ads sono strutturati per permettere il giusto contenuto di pubblicità, mantenendo così le entrate monetarie dei siti gratuiti, senza però influire sull’esperienza utente. Aprendo una pagina con pubblicità nocive, Google Canary mostrerà un’icona nella barra degli indirizzi. L’icona, rappresentata da una finestra con una “X”, evidenzia l’utilizzo di ads invasive e blocca in automatico la loro comparsa. Cliccando sull’icona sarà possibile permettere la visualizzazione delle pubblicità sullo specifico sito.

Questa funzione è attiva di default e presto sarà introdotta anche nella versione stabile di Chrome. Attualmente il filtro delle pubblicità è presente in Chrome Canary e blocca oltre 6000 siti contenenti pubblicità nocive o invasive.

Conclusioni

L’introduzione del filtro pubblicità, integrato in Chrome, mostra uno dei possibili motivi dietro la scelta della riduzione dei permessi degli sviluppatori. Nonostante l’anti-ads integrato possa essere un valido strumento, ci sono differenti dubbi sull’entità delle pubblicità bloccate.

Non sono presenti ulteriori informazioni sulla data di inserimento nella versione pubblica stabile.

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