Hardware e Software sono due parti che vanno a braccetto per far funzionare l’unità, ma fra le due parti quella che sta “correndo” sembra essere il Cloud.
Hardware VS Cloud
Durante i primi mesi delle introduzioni di processi basati sul Cloud il pubblico ha reagito marchiando il progetto come “evoluzione per il settore Business”. Con le recenti tecnologie, i brevetti e i finanziamenti messi in gioco da Microsoft, quest’entità si è evoluta fino a diventare uno strumento adatto a tutti i settori.
Se da un lato stiamo vedendo la nascita di CPU sempre più sottili, ancora non sono stati raggiunti i risultati sperati. L’innovazione nel campo dei processori si sta dunque riducendo in un aggiornamento del Kernel e nell’aggiungere un maggior numero di Core (fisici + logici).
Per quanto concerne invece le unità di memoria RAM, i miglioramenti di frequenza nel salto DDR3 to DDR4 non giustificano la perdita in latenza e nella rapidità dei singoli banchi. Le DDR5, per quanto prossime al rilascio, non sono ancora un vero e proprio argomento di discussione: a causa della mancanza d’informazioni al riguardo.
Il settore GPU, per quanto innovativo dal punto di vista di nuovi rendering e potenzialità, gode di un maggior numero di miglioramenti lato software che lato hardware.
Cloud Evolution
Come abbiamo detto nel nostro incipit, questa tecnologia è passata da “Business Only” a “Consumer” in poco tempo, mostrando molte applicazioni che non rappresentano solamente la produttività.
La punta di diamante del colosso di Redmond, in questo particolare campo, è Azure. Il progetto di Microsoft ha presentato una rapida evoluzione, inglobando protocolli come Containers e Kubernetes per agevolare la creazione e progettazione di App. Un altro effetto dell’integrazione del protocollo AKS è la possibilità di migliorare l’integrazione tra le AI e le App basate su di esse. Un miglior riconoscimento dell’AI permette una migliore funzionalità, generando App veloci e responsive.
Il Cloud non si limita ad essere il perfetto ecosistema per le AI, ma anche un sistema base su cui possono essere eseguiti dei giochi. L’acquisizione di alcuni servizi di Streaming ha permesso a Microsoft di integrare in Azure processi di gioco, dando la possibilità di creare un modello di gioco non vincolato alla console locale. A migliorare questo primo livello di esperienza, troviamo il nuovo supporto a Nvidia GPU Cloud. L’evoluzione finale del “Gaming on Cloud” vedrà la luce con il lancio della prossima Console basata su Azure (secondo le indiscrezioni di Brad Sams).
App, giochi, AI, sono solo una piccola parte di ciò che può garantire il Cloud. Durante la sua evoluzione abbiamo visto comparire: protocolli di difesa, nuovi antivirus, tecnologie anti-malware e macchine virtuali pre-configurate e accessibili a tutti. Vedendo il progresso di Amazon Cloud, Google e Azure, il prodotto di casa Microsoft sta mostrando al mondo quanto il Cloud possa offrire e quanto ancora si può migliorare.
Conclusioni
Mediante la crescita di questo settore sarà possibile creare dispositivi con una minima richiesta di risorse locali, indirizzando la maggior parte dell’elaborazione al core digitale. Con l’avanzare dei nuovi standard di rete mobile, l’introduzione della fibra nei maggiori centri, il ritardo nella comunicazione si assottiglierà e garantirà un’esperienza fluida per tutti gli utenti. In questi ultimi anni la crescita del Cloud, in particolare di Azure, ha visto tante innovazioni, ma questo è solo l’inizio.
Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti.
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Considerazioni ampiamente condivisibili, tuttavia va sottolineato che il processo potrà concretizzarsi solo a partire da una diffusione almeno decente del 5G e giungere a compimento quando il successivo 6G porterà le bande passanti necessarie ad eliminare completamente i colli di bottiglia con il cablaggio dei punti fissi (edifici) con connettività di grado Tbps, tre ordini di grandezza più elevata dell’attuale (due per alcune zone del mondo).
Il riferimento al nuovo standard 5G è presente nelle conclusioni, anche se è solo un “accenno”. Per quanto la mobilità non sarà la chiave principale dell’approccio al cloud, visto il lento adeguamento agli standard di velocità internet, l’approccio più immediato sarà quello con la linea domestica, dove oramai i contratti fibra stanno venendo inseriti anche nei piccoli centri etc. Se da un lato il cloud, almeno in Italia, non offrirà il massimo sul comparto Mobile, ciò che invece sarà per postazioni domestiche, uffici e gaming su nuove console arriverà tranquillamente grazie alla fibra.
Il 5G avrà la duplice funzione di fornire connettività ai sistemi mobili always connected, in particolar, ad esempio automobili dotate di guida autonoma, nella sua banda bassa e connettività decente ai punti fissi non raggiunti dalla fibra ottica… per i telefoni, quanto a utilità della cosa, rispetto al 4G non cambierà un piffero.
Tuttavia il 5G non porterà le bande passanti necessarie bande passanti richieste dal totale salto verso il “Cloud totale”. Che sono mostruose.
Già da ora si va assottigliando la linea di demarcazione fra dispositivi di tipo computing (il PC classico), quelli streaming (TV e musica), quelli gaming e la nuova categoria degli IoT; le macchine del futuro saranno polifunzionali, ed il limite di visualizzazione attuale si sposterà dagli attuali 4K verso gli 8K e 16K.
E queste risoluzioni elevatissime non saranno limitate ai pannelli ma raggiungeranno anche i visori per realtà virtuale e mista, che entro il prossimo decennio diventeranno di uso comune e non sarà in grado di rendere una realtà mista oggettiva/sintetica credibile senza elevatissima risoluzione e grande profondità di colore.
E poi ci saranno i dati, perchè se già da adesso archiviare Cloud via VDSL si trasforma in un collo di bottiglia figuriamoci cosa capiterà quando una normale civile abitazione produrrà un TB di dati da memorizzare alla settimana.
Consumi di banda terrificanti!
E’ impossibile pensare al passaggio verso il Cloud totale fino a quando i palazzi delle nostre città non verranno cablati con connettività di classe Tbps.
In Oriente, dove sono sempre previdenti, si stanno già avvantaggiando cablando i singoli appartamenti con connettività 10Gbps simmetrici, mentre noi stiamo ancora una volta perdendo un treno sul quale saremmo potuti salire perchè pur cablando da zero invece di orientarci sull’ultima tecnologia disponibile abbiamo scelto l’ormai obsoleta Gbps asimmetrica, che da qui a pochi anni sarà già buona da buttare.
Chw poi l’assurdo è che portare una connettività 1Gbps come quella italiana e una 10Gbps di ultima generazione non è che comporti chissà quale differenza di costi… anzi, avrebbe fatto risparmiare considerando che da qui a pochi anni si renderà necessario buttar via tutto e rifare da zero.
O lasciar perdere la fibra ottica, che come tutte le cose fisiche ha un tempo di obsolescenza piuttosto breve e passare al 6G, che un po’ come il Cloud essendo immateriale può essere aggiornata “lato server” con modesti costi di upgrade “lato client”.
Ho letto le prestazioni del 6G e sono rimasto sbigottito . Prestazioni allucinanti che stracciano il 5G come se fosse una ISDN. E dove scappi con il 6G su Marte ? 🙂 .
Si, le bande passanti del 6G sono paurose ed ormai in laboratorio esiste già.
Le ragioni del perchè si renderà necessario le ho scritte sopra a Yuri.
Del 6G si parla di diffusione di massa entro il 2030 . Ecco con il 6G molte cose che noi reputiamo tecnologiche , probabilmente diventeranno preistoria sostuite da altro .
Essì, la generazione di quelli vivi attualmente è quella che si trova proprio sulla linea che divide il prima dal dopo.
Vale per la globalizzazione delle comunicazioni, per l’intelligenza artificiale (quella vera), per il calcolo quantistico… per una miriade di cose.
Noi siamo proprio a cavallo di uno di quei punti di svolta nella storia che si verificano una volta ogni qualche secolo
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