Il Poco F2 Pro è ora disponibile all’acquisto su Amazon nella versione 6/128 GB e 8/256GB con ROM Global.
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Articolo originale 15/05/2020:
Durante la conferenza ufficiale di questa settimana è stato svelato il Poco F2 Pro raccogliendo pareri eterogenei da parte dell’utenza.
Poco – Passato, stand-by e presente
Pocophone (Poco) è uno dei brand secondari del marchio Xiaomi ed ha fatto la sua apparizione nel 2018 con il lancio del Pocophone F1. Il colosso Cinese ha voluto curare il marketing della ditta integrando anche la propria CustomUI e altre feature. Il primo telefono della nuova linea produttiva Xiaomi doveva unire caratteristiche top-grade, viste nei classici Smartphone “Flagship”, a elementi di fascia medio-alta. Attuando questa linea costruttiva si otteneva uno Smartphone con alte prestazioni: a discapito di elementi secondari. I comparti a riceve tagli, per quanto concerne il modello F1, sono stati: display, fotocamera e corpo. Il display scelto per il Poco F1 (2018/3) era un pannello LCD IPS, rispetto al Super AMOLED del Mi 8 (2018/2) e di altri top di gamma. Il comparto fotografico posteriore era dotato di 12Mp + 5Mp con una risoluzione di 4032 x 3024 pixel e stabilizzazione digitale. Ultimo punto, almeno per quelli principali, è la costruzione con retro in policarbonato vecchio stile che ha accompagnato molti dispositivi. Il prezzo proposto dall’azienda bilanciava molti dei suoi difetti fornendo un telefono scattante, soprattutto per i sensori di sblocco, e dotato di alcune interessanti feature secondarie.
Nonostante fossero presenti vari lati positivi, come il raffreddamento a liquido o la gestione della batteria, il Poco F1 non ha convinto il mercato. Le unità vendute hanno avuto ottimi feedback, dove però emergeva maggiormente il suo lato medio-gamma rispetto alla parte top di gamma. Ad accentuare i difetti di tale dispositivo sono state le prime versioni della MIUI che hanno necessitato di alcuni aggiornamenti prima di rendere totalmente stabile il dispositivo. In aggiunta a questo la presenza di un display IPS, in combinazione a un corpo con materiali poco pregiati, dava una sensazione di “telefono economico”.
Fase intermedia e presente
Il mancato successo del prodotto sponsorizzato da Xiaomi ha dato un duro colpo all’azienda portando a un periodo di “stand-by forzato” in cui si dovevano decidere le sorti del brand. La prima scelta del colosso cinese era la chiusura della linea Poco: optando per focalizzare la propria attenzione su Redmi e Black Shark. Nonostante l’ipotesi della chiusura di tale linea prendesse sempre più corpo: l’utenza chiedeva a Xiaomi di correggere i difetti del primo modello e progettare un Poco F2.
La scelta di Xiaomi di rinnovare il brand è stata influenzata, almeno in parte, dalla nuova linea scelta per i prodotti della serie Mi. Aumentando i costi di tali dispositivi, puntando a competere in tutto e per tutto con i top di gamma, Xiaomi avrebbe perso il vantaggio dato dal fattore “prezzo”. Per continuare a fornire un’alternativa economica, con qualche compromesso, il colosso cinese ha dunque deciso di rinnovare il brand Poco.
Da questa scelta nascono due nuovi modelli:
Poco X2
– Ricalca le scelte viste per il Redmi K30 e si colloca come uno Smartphone di fascia media. Ad alimentare questo dispositivo troviamo il nuovo SoC Snapdragon 730G e rapporto RAM/ROM 6/128GB. Il comparto video presenta una Adreno 618 che alimenta un display IPS LCD con risoluzione 1080×2400 pixel. Per quanto concerne la batteria troviamo un elemento da 4500mAh.
La scelta del nuovo processore Qualcomm progettato per il gaming porta migliori performance nella gestione del carico delle risorse. A ridurre la presenza di lag durante le sessioni di gioco interverrà la funzione “Jank Reducer” progettata per ottimizzare latenza WiFi e fluidità a 30fps. Il comparto fotocamere beneficia di una fotocamera principale da 64Mp con tre unità di supporto: 8Mp + 2Mp + 2Mp. Mentre le fotocamere frontali da 20Mp + 2 Mp sono “immerse” nel display tramite sistema Punch Hole.
Poco F2 Pro
– Ricalca le scelte viste per il Redmi K30 Pro e si colloca come uno Smartphone di fascia alta con supporto 5G. Ad alimentare questo dispositivo troviamo il nuovo SoC Snapdragon 865 di 5th gen progettato per ottenere alte prestazioni e gestire un modem 5G. La scelta del rapporto RAM/ROM influenza, parzialmente, la velocità del dispositivo in quanto la serie 6/128GB monta memorie della precedente generazione (LPDDR4X) rispetto alla versione 8/256GB (LPDDR5). Il comparto video presenta una Adreno 650 che alimenta un display Super AMOLED con risoluzione 1080 x 2400 pixel. Per quanto concerne la batteria troviamo un elemento da 4700mAh dotato di ricarica rapida a 30W.
Questo modello si colloca nella fascia alta grazie al suo potente processore e alla scheda video, ma sono presenti alcuni “ma” che mettono in dubbio il titolo di “flagship killer”. Il primo di tutti riguarda il comparto fotocamera che presenta sensori Sony (poco apprezzati dall’utenza rispetto altri fornitori) insieme alla mancanza di stabilizzazione ottica (OIS). In aggiunta a questo non è presente un teleobiettivo. Parlando di alcune scelte costruttive: sono presenti vari dubbi dati dalla scelta di non puntare a integrare un pannello da 90Hz e optare per delle certificazioni IP68.
Considerazioni personali
Nonostante il titolo di Flagship Killer non possa essere facilmente assegnato: il Poco F2 Pro si presenta come un dispositivo competitivo. Le carenze presenti nella sua build sono date dalla ricerca di un compromesso tra prestazioni e rapporto qualità/prezzo. Ad influenzare il prezzo del dispositivo, sicuramente, è stato il nuovo Snapdragon 865 con supporto 5G. Abbiano discusso delle nuove serie di processori di Qualcomm con alcuni produttori e stando alle loro dichiarazioni il supporto 5G influenzerà molto i prezzi di tali dispositivi.
Questo modello, a differenza del Poco F1, potrebbe accattivare maggiormente l’utenza grazie alla scelta del display con pannello Super AMOLED e l’adozione della fotocamera Pop-up. Molti utenti hanno gradito il design scelto da Xiaomi nei modelli K20/K20 Pro e Mi 9T/Mi 9T Pro, quindi l’utilizzo di questa linea costruttiva potrebbe garantire dei punti in più.
Personalmente trovo che il dispositivo sia molto convincente e le sue carenze sono, comunque, bilanciate dai vari “Pro”. L’adozione del sensore di impronte In-Display snellisce il suo design dando un aspetto “pulito” ed elegante alle sue linee estetiche. Il vano fotocamere circolare, per i nostalgici dei Lumia, risulta un elemento estetico piacevole e la mancanza del sistema OIS non è così limitante quanto tutti possiamo pensare. Avendo provato differenti dispositivi, con e senza OIS, posso dire che la differenza si sente, ma non è un elemento fondamentale. La differenza tra un dispositivo ottimale e uno pessimo la fanno altri elementi del suo Hardware, ma una parte da non sottovalutare mai è: il Software. CustomUI e launcher scarsamente ottimizzati portano a una pessima gestione del dispositivo e anche il migliore degli Hardware non può sopperire a tali carenze.
Se Xiaomi sviluppa bene la MIUI e Poco lavora adeguatamente al suo Launcher, sono presenti buone probabilità di successo nell’attuale mercato.
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Sai cosa Yuri?
Se i primi acquirenti della serie Pro/8 daranno giudizi positivi quasi certamente lo acquisterò.
Però… però io vorrei tanto che qualche costruttore facesse una macchina di serie alta con un display IPS di fascia altrettanto alta (livello PureView Nokia o Retina Apple).
Si, costano un casino, ma chi fa del terminale un uso professionale è disposto a spendere quei 50$ in più per avere un oggetto in grado di funzionare anche sotto alla luce diretta del sole, cosa che nessun AMOLED è in grado di offrire senza friggersi perchè tenuto perennemente a luminosità massima (ed offrendo comunque prestazioni inferiori).
Personalmente, almeno per la visione dei contenuti multimediali, preferisco i display OLED e AMOLED: ottima resa dei colori, tonalità definite e neri assoluti. Hanno però molti difetti, fra l’altro sono maggiormente soggetti all’effetto burn-in e la matrice organica è soggetta a danni permanenti alle alte temperature, due bei deficit per la sua affidabilità.
Gli IPS hanno neri che tendono al grigio e qualche cambio di tonalità in caso di inclinazione dello schermo, ma come hai detto sono ottimi pannelli alla luce diretta. I modelli commerciali hanno pannelli di qualità medio alta, che rispetto agli IPS di fascia alta rendono meno per quanto concerne la fedeltà cromatica. Dipende sempre dalla scelta del produttore, perché comunque esistono modelli pessimi e modelli ottimi per entrambe le classi.
Ho sempre usato top di gamma, quindi display della massima qualità.
Il problema è che quando utilizzi il terminale per lavoro la macchina deve essere nelle condizioni di lavorare al 100% delle prestazioni in ogni condizione.
Ho distrutto in un’estate il display di un Mate 10 Pro, uno dei migliori display dell’epoca, perchè ho avuto la necessità di tenerlo costantemente alla massima luminosità e ci si sono letteralmente incise alcune righe fisse del software che impiegavo.
Per lavorare non è questione di purezza di colore, non è che si faccia foto editing professionale con il telefono, ma di affidabilità.
L’affidabilità degli LCD non è raggiungibile dagli OLED.
Di conseguenza i terminli di altissima fascia pensati appositamente per l’impiego professionale (ad es. serie Mate e Note di Huawei e Samsung), dovrebbero avere display IPS di alto livello.
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