Parto da una dichiarazione controcorrente per poi sviluppare il resto dell’articolo.
L’emulazione win32 su ARM non serve a niente
Schivate le pietre che sono partite e le ovvie critiche da parte di molti, vorrei spiegare come tale tecnologia, per quanto interessante, ha a mio avviso un’utilità abbastanza limitata ad alcuni campi quasi di nicchia.
Partiamo dalle basi
HP Elite X3 sanno anche i sassi che è, al momento, non solo il flagship dei telefoni Windows 10 ma anche uno smartphone fortemente orientato al business. Il suo scopo è quello di fornire un dispositivo 3-in-1 da utilizzarsi come, possiamo dire, un client universale all’interno dell’azienda.
Tra le mura dell’ufficio si collega con la classica dock, in mobilità può essere utilizzato con la lapdock, divenendo una sorta di portatile, oppure come smartphone avanzato. Ciò che molti hanno dimenticato è che HP fornisce anche un servizio di virtualizzazione che permette di far girare delle applicazioni “server side” e di ridirigerne l’output verso l’Elite X3. In tutto e per tutto sembrano delle applicazioni native, ma in realtà sono applicazioni, più o meno legacy, che girano in cloud.
Il fatto è che il servizio non è economico e, diciamocela, ci sono delle alternative migliori. Il punto è questo. Ci sono realmente delle alternative che possono scalare da pochi client ad un numero molto più sostanziale coprendo, di fatto le esigenze di una vasta utenza.
Applicazioni win32. Servono davvero?
La prima domanda è, che se ne fa un utente, anche avanzato, delle applicazioni win32 sullo smartphone? Tendenzialmente poco. L’utente medio potrebbe essere ben più che soddisfatto da quanto trova sullo Store (magari se fosse un po’ più rimpolpato se Microsoft finalmente riuscisse a convincere gli sviluppatori ad usare Xamarin per il multipiattaforma o portare le app Win32 come UWP con i suoi bridge, sarebbe decisamente meglio) e le web application.
Ho fatto un veloce computo di quello che per me è assolutamente necessario e mi sono dovuto rendere conto che i programmi .Net o win32 che utilizzo e dei quali non posso assolutamente fare a meno sono semplicemente inusabili sullo schermo di uno smartphone. Nel momento in cui ho lo smartphone connesso alla dock, faccio molto prima ad usare un client Remote Desktop o un programma di controllo remoto per utilizzarlo come terminale di visualizzazione di una risorsa remota.
In azienda la situazione è del tutto simile. I principali portali aziendali, come i CRM, i sistemi ERP o i portali di condivisione delle informazioni come Sharepoint, Office 365 e similaria, funzionano benissimo via web e quindi quando ho il mio Edge (magari nella versione più estesa presente nella Creators Update) sono più che felice.
Per le applicazioni legacy, la virtualizzazione, assolutamente presente nella maggior parte delle aziende, è la vera risposta alle esigenze degli utenti.
La virtualizzazione
Vi sono ovviamente più tipi di virtualizzazione. La più nota, ma non è quella che interessa a noi, è quella nella quale interi computer vengono fatti girare come macchine virtuali su server (e magari gestiti tramite orchestrator) o workstation avanzate. Tali macchine virtuali possono essere server (più comuni) oppure desktop (VDI).
Ma vi sono altre possibilità. Storicamente la regina della gestione multiutente è sempre stata Citrix.
Nata come un hack per rendere multiutente IBM OS/2, ha poi sviluppato una versione multiutente di Windows NT (poi acquistata da Microsoft per farne la base di Terminal Server), e poi si è dedicata alla virtualizzazione di desktop e applicazioni utilizzando come base un protocollo di streaming delle schermate molto più efficiente di RDP, noto come ICA (il fatto che nella vendita a Microsoft Citrix non cedesse ICA faceva parte dell’accordo e fu per questo motivo che Microsoft fu costretta ad usare il meno efficiente RDP).
Citrix è ancora usatissimo nelle aziende, non come prodotto a se, quanto piuttosto come un add-on di Terminal Server che permette non solo di gestire sessioni di quest’ultimo su reti ad alta latenza e banda ristretta, ma anche per la gestione delle applicazioni virtuali.
Questo concetto non è molto noto nel mondo dei PC ma permette di distribuire delle applicazioni che apparentemente girano sul device che state utilizzando per la visualizzazione e la parte di I/O ma che, in realtà funzionano su un server remoto.
Il sistema di Citrix permette di utilizzare qualunque tipo di terminale, da un PC, dove le applicazioni girano seamless con quelle locali, ad un browser web (dove si possono avere sia delle sessioni desktop complete sia singole app lanciate da un portale), oppure ad un dispositivo mobile.
Per una qualunque azienda che utilizzi Citrix (XenApp e XenDesktop) è quindi facilissimo integrare delle applicazioni legacy su un sistema come l’HP Elite X3, il tutto senza dover necessariamente comprare un servizio proprietario di HP.
Microsoft ovviamente non è rimasta a guardare e ha lavorato alacremente sulla propria famiglia di sistemi operativi server. La famiglia Windows server si è potenziata di molto nel corso degli anni non solo introducendo le funzioni, già citate, di Terminal Server e le capacità di virtualizzazione di macchine intere con Hyper-V ma, con Windows 2012, ha introdotto la possibilità di virtualizzare delle applicazioni server side.
La tecnologia prende il nome di Server App-V (per distinguerla da App-V dove l’applicazione viene mandata dal server ma gira in locale sulla macchina client).
Microsoft ha dovuto lavorare molto per rendere RDP più efficiente (anche se non a livelli di ICA) ma i risultati sono comunque notevoli. Ovviamente tutto questo è disponibile sia con dei server fisici, sia nel caso vogliate ospitare il vostro Windows 201X server su Azure.
Il prossimo passo è quello di permettere addirittura il gaming online. Ha iniziato Stream e ora ci sono altri che provano a combattere con le richieste dei videogiochi per riuscire a virtualizzarli. Un servizio che sembra promettere bene è LiquidSky.
Il punto della situazione
Quindi? In realtà stiamo parlando da tempo di straordinari device con a bordo Windows 10 per ARM, CShell (per adattarlo a schermi più piccoli) e un emulatore per le applicazioni Win32. Certo questo potrebbe essere il sistema mobile definitivo ma, la domanda è: non è che forse pretendiamo un po’ troppo?
Considerando che per le aziende oramai la virtualizzazione è una tecnologia assolutamente comune, e che non occorre più acquistare VMware o Citrix per virtualizzare macchine o applicazioni, dato che sono servizi inclusi da Windows 2012 Server in avanti, l’idea di avere un simile dispositivo potrebbe non essere più così interessante. Di contro ciò che davvero può attirare le aziende, è quella di avere per i propri dipendenti un singolo device sempre connesso, da usarsi per tutto e che può essere facilmente controllato dalla propria infrastruttura Microsoft, piuttosto che essere costrette ad utilizzare costosi sistemi di management mobile di terze parti.
Per il consumer o il prosumer, la cosa potrebbe essere più interessante, però, se Microsoft facesse una mossa un po’ furba e aumentasse le feature della versione di Hyper-V presente in Windows 10 Pro, basterebbe a quel punto una macchina virtuale su Azure o un micropc (o un NUC) connesso alla rete di casa per avere tutto quello che si vuole, sia le app legacy che quelle dello store compilate su ARM.
Windows 10 mobile. Il cerchio che si chiude
A questo punto quindi potrebbe essere interessante il discorso che pare ventilarsi nell’ultimo mese dove entro fine anno Microsoft potrebbe lanciare un nuovo smartphone di fascia alta non Surface e non Lumia.
Potrebbe essere un 2-in-1 con Windows Mobile e Cshell (questa volta per scalare verso schermi più grandi). Se fosse fornito in bundle con un licenza di Windows 10 Pro per un proprio PC e un sistema per gestire semplicemente le Server App-V, potrebbe essere una soluzione quasi perfetta che le permetterebbe di risollevare le sue risibili quote di mercato e darebbe tempo al tema di sviluppo di sviluppare il Surface Phone (o quel che sarà).
Da geek vedrei molto bene un bundle con un nuovo flagship con Windows Mobile Redstone 3, una dock e un NUC preconfigurato da collegare alla propria rete di casa o dello studio per virtualizzare le applicazioni Win32.
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Ottimo articolo Andrea.
Ho avuto modo di testare la virtualizzazione di Windows 10 su Azure e …non ho parole! E’ praticamente favoloso! Ho testato un “semplice” dual core xeon, 32 gb di ram, 64 Gb SSD e ovviamente 1gb download e upload 😀 …Tutto questo testato con Remote desktop su Alcatel Idol 4s e Lumia 950 😛
Ovviamente però, avere tutto su un dispositivo, sarebbe tanta roba….
Ottimo articolo e secondo me le app32 su windows store é una buona idea almeno ci stanno meno rischi soprattutto sui PC e nel mobile almeno per es. EMule per scaricare la musica senza andare sal PC giusto che sto dicendo? ??
Ancora scarichi la musica da emule?
… Ma emule esiste ancora? Non lo uso dalla fine degli anni 90 😀
Si esiste ancora e funziona ??
E che te ne fai al giorno d’oggi? Puoi ascoltare musica da youtube… E puoi anche scaricarla da youtube
Di utilizzare a me piace ?
No, calma. La musica da YouTube la ascolti con le casse del PC ma se hai un impianto serio tieni esclusivamente tracce lossless.
Anche io credevo che ormai esistesse solo Bittorrent.
Essì… Ormai è veramente un pezzo che non ne sento proprio più parlare
Con tutti i servizi di musica in streaming che ci sono a costi irrisori (Spotify a 14,45 € mese per 5 utenze), mi pare una follia sprecare spazio e tempo a scaricare musica
articolo molto interessante che purtroppo mette in luce tutti i possibili punti deboli della strategia di MS
A me pare riguardare più le nostre aspettative che le strategie Microsoft, Microsoft non si è mai pronunciata sull’argomento.
Mi trovo stranamente sempre d’accordo con te stavolta 😀
e questa mi pare una aggravante per MS
Questo perché sei un pessimista cosmico.
Microsoft, come tutte le aziende, rilascia periodicamente comunicati ufficiali ed a quelli si attiene. Se avessimo l’abitudine di conformarci ad essi non ci sarebbero delusioni.
Il comunicato ufficiale sulla materia in questione… è che non c’è nessun comunicato ufficiale. Di conseguenza tutto ciò che diciamo è frutto di nostre congetture e speranze.
ma nel momento che: hai sempre prodotto smartphone (tu o OEM) e non se ne vedono più, le quote scendono, etc. etc. forse dire che direzione si intende dare non sarebbe male
Ma lo hanno detto e riaffermato più volte :Win 10 continuerà a supportare il mobile.
Vuoi sapere perché gli OEM hanno smesso di presentare novità? allora devi chiedere agli OEM e non a Microsoft perché Redmond si occupa del sistema operativo e non di telefonia.
dai su Federico, non fare il cavilloso, ho capito che loro seguono il SO, ma se non si diffonde…
Intendi sui telefoni?
Non pigliamoci per i fondelli MB… I telefoni sono morti e pace all’anima loro.
Che vuoi che ti dica Microsoft?
“MB” ? che dica che sono morti, almeno tanti tizi nei vari blog si metteranno l’anima in pace
MB è che il correttore ha cambiato MN, che starebbe per Matita Nera.
Blog… io dico semplicemente che quando le quote di mercato sono inferiori a 1% e l’ultima novità risale a sei mesi prima non capisco di cosa stiamo parlando.
Telefoni? quali telefoni? ci sono dei telefoni?
Questo è un ottimo articolo che ha il coraggio non tanto di avvertire il re della propria nudità (perché ne è pienamente consapevole) quanto di spiegare al pubblico che lo guarda di essere soggetto ad un’allucinazione collettiva.
Il software Win32 è molto utile alle aziende, con particolare riferimento a quelle di medie e grandi dimensioni e ai vari Enti, mentre riveste un’utilità pressoché nulla per l’utenza comune.
La ragione è che le aziende nel corso dei decenni hanno prodotto innumerevoli pacchetti software per uso interno; questa produzione ha riguardato, e riguarda, in particolar modo l’ambiente Win32 (oltre che per le Intranet aziendali, che però non interessano questo discorso).
Al contrario l’utente finale che vantaggi ne avrebbe? sere fa chiesi ad un utente del blog di indicarmi qualche applicazione Win32 realmente utile se portata a giare in emulazione; bene, dopo essersi scervellato è riuscito ad indicarne due (2!).
Trovo molto convincente il tuo ragionamento attorno alla virtualizzazione, però andrebbe detto che questa tecnologia non è affatto una novità e tanto meno un’esclusiva dal momento che Vmware ci lavora da quasi un decennio.
Al contrario ritengo fortemente improbabile quanto da te suggerito riguardo all’esecuzione di software sulla macchina fissa dell’utente: basta dare un’occhiata alle statistiche della banda passante ADSL disponibile in Europa ed USA per rendersi conto che è impensabile.
Andrebbe meglio nelle zone asiatiche, ma dubito che Microsoft o qualsiasi altro OEM costruisca un telefono da vendere esclusivamente a Taiwan.
Tu dirai che il Terminal Server funziona accettabilmente anche con 0.5 Mbps, ed è vero… ma è sufficiente impegnare l’upstream con una grande richiesta di banda (in azienda tipicamente l’upload dei backup sul Cloud Storage o una videoconferenza e per i privati il Bittorrent) per sbattere giù tutto.
L’unico posto in cui si può mettere un servizio simile è sul Cloud, avendo a disposizione svariati Mbps di banda garantita e bassissima latenza.
Direi un’ottima argomentazione. Io sono viziato dal fatto che lavorando in Svizzera ci sono bande di tutt’altro calibro. qui in Italia ho una 30/3 che comunque non è male. A Milano su Fibra puoi arrivare anche a 10 Mbit di upload. Tieni poi conto del fatto che è vero che la banda passante di 0,5 ci fai girare terminal, ma per una app in streaming è molto meno dato che mandi solo la parte grafica di una finestra, non di tutto lo schermo. Con Citrix una app la faccio girare senza problemi con 200 k
Fai un esperimento Andrea: lancia un Terminal Server su un’ADSL anche decente e funzionerà tutto meravigliosamente… potrai attivare tutto il supporto grafico e l’utente remoto sarà convinto di avere a che fare con un Desktop locale.
Poi apri Netflix o qualsiasi altra TV via rete e dai un’occhiata a quello che succede 😉
Io credo di essere stato il primo Admin italiano a portare un’intera azienda su Terminal Server, era appena uscito Server 2003 e lo mettemmo sulla nascente farm di Aruba (1Mbps di banda garantita con burst fino a 3Mbps… ci sembrava una velocità spaziale), questo a dire che nel Desktop Remoto ho sempre creduto e continuo a credere, però per gestirlo serve una macchina sul Cloud attaccata ad una connessione a banda garantita.
Con le connessioni casalinghe e/o delle piccole aziende e studi professionali non ce la fai perché se anche la banda sembra più che sufficiente non hai idea di quello che faranno gli altri utenti.
EDIT: su fibre okkio che non è detto he tu possa, algtro impedimento, perché come per il satellite spesso non si ha IP pubblico.
Ti smentisco sorry. 🙂 La prima azienda che ho convertito io è stata ben prima usando WinFrame di Citrix. Andava tanto bene che se l’è comprato Microsoft 😀
Azzz 🙂
Allora si, sei arrivato decisamente prima di me.
Immagino tu usassi NT.
Si, Winframe era un hack di NT 4.0 che lo trasformava in multiuser. Ho usato anche Winview ma quello aveva sotto OS/2 e lavorava con i programmi di Windows 3.1 quindi non conta. Sono un vecchiaccio io
NT4 lo avevamo a Torino, dove però non mi occupavo esattamente di informatica. Girava su un Dec Alpha… il DEC mi piaceva molto, NT non tanto.
Diciamo che mi era antipatico perché io avevo suggerito l’acquisto di una macchina Unix e l’amministratore, che aveva un passato in Digital, aveva ignorato il mio consiglio scegliendo Microsoft. 🙂
Ho usato una marea di DEC ALpha ma per fortuna tutti con Tru64 Unix (una delle cose fighe di DEC Alpha era il fatto che ci girava sopra Windows NT, True64 e VMS). L’unica installazione seria che ho visto di Windows NT (3.51) su Alpha è stata in Autostrade del Brennero e ci facevano girare la versione compilata per Alpha di Oracle
Appunto, perché prendere una bella macchina come quella e sprecarla con una mezza schifezza come NT? 🙂
Fra l’altro io volevo Unix perché a quell’epoca lo conoscevo molto bene anche nella parte dello sviluppo mentre non sapevo un accidente di sviluppo su Microsoft, e visto che quel server era destinato a noi analisti… vabbè ma questa è un’altra storia.
Comunque era una gran bella macchina.
Arrivai a comprarmi una DEC Multia per casa non ti dico altro. Era il mio periodo Unix, avevo a casa una Multia, una Next Turbo Color, una Classe C HP e una Sun
No, in quello ti batto di molti metri cubi, tanti anni fa mi prese il pallino di collezionare vecchi mainframe.
Verissimo, nella mia azienda, nella operosa Brianza, la rete cablata arriva a malapena a 3/0,4(!). Abbiamo dovuto passare ad Eolo per salire a 12/2, ed i venditori di software CAD 3D ci vengono a dire che a breve si lavorerà con la modellazione addirittura in cloud!!! (ovviamente gli rido in faccia)
Però è la realtà Marco.
Essere tagliati fuori dall’altra velocità comporta un notevole aggravio nei costi in termini di diminuita produttività nei confronti dei competitor.
Però non mi sento di addossare la colpa unicamente ai fornitori di servizi, perché chi vende crea infrastrutture laddove esiste un mercato, e le piccole e medie aziende italiane hanno sempre rifiutato di informatizzarsi.
Se vent’anni fa questo Paese avesse avuto una classe imprenditoriale lungimirante nei confronti delle alte tecnologie i Carrier avrebbero visto un mercato promettente ed avrebbero iniziato ad investire il necessario per servizio.
Diciamo che esiste un concorso di colpa.
Noi lo offriamo come servizio in datacenter con delle VDI accelerate 3D. Funziona molto bene. Però hai bisogno di 0,5 Mbit di banda a macchina, non un bit di meno (per me è già miracoloso questo)
Molto interessante. Avevo sempre sottovalutato l’argomento virtualizzazione, ma noto che in effetti ci sono un sacco di possibilità
Qui in Italia dimenticarsene è la norma, nei Paesi evoluti le aziende usano quasi esclusivamente modelli di servizi informativi basati su un grosso server, sempre più spesso affittato all’interno di una factory, che ospita più macchine virtuali (magari suddividendoli la spesa fra più aziende).
I vantaggi in termini di flessibilità, facilità nel l’amministrazione, sicurezza ed ottimizzazione delle risorse sono immensi mentre gli svantaggi sono davvero pochi.
Qui da noi non solo esistono amministratori di sistema che non hanno idea di cosa sia un “bare metal” ma addirittura in buona parte delle macchine Win Pro non è mai stato attivato Hyper-V.
Diciamo che Hyper-V su Windows 10 Pro ha ncora dei limiti, specialemnte in quanto a supporto d distro Linux che non siano quelle canoniche. Ho provato ad usarlo per un po’ ma alla fine sui miei portatili sono tornato a Virtualbox.
Server side Hyper-V va molto bene anche se la fa da padrone oramai Linux. Si possono fare delle soluzioni spettacolari di private Cloud con KVM/Xen e un orchestrator come CloudStack o Opennebula. Si esist anche OpenStack ma è giustificato solo in realtà ENORMI
Hmmmm… perchè vuoi virtualizzare Linux su un sistema Desktop?
Sui Server è molto interessante il baremetal Hyper-V Server, mentre il Server 2012 R2 (o il prossimo 2016) li vedo più adatti all’impiego con gli ambienti di lavoro remoti.
Però la soluzione migliore a mio avviso resta Vmware.
Linux… bah. Anche le Panda sono più diffuse delle Mercedes.
Perché per lavoro uso spessissimo Linux ma il suo supporto bare metal sui portatili è quello che è, figurati sul io HP Spectre che è un 2-in-1. Quindi invece di impazzire me lo piazzo in macchina virtuale e morta lì.
Vmware è un gran prodotto ma la sua politica Cloud è stata un po’ fallimentare. vCloud è tremendo. Per quanto riguarda la base di installato ti sbagli. Guarda tutti i GROSSI Cloud provider che ci sono in giro (parlo di realtà come RackSpace) usano hypervisor Linux (KVM/XEN) con sopra un ochestrator sempre Open, nella maggior parte OpenStack visto che oramai ha un supporto commerciale diffuso. Tieni conto che molte feature di vmware sono ottime per ambienti di medie dimensioni ma perdono significato in realtà molto grandi dove molte cose sono demandate all’orchestrator. Noi in datacenter abbiamo un abiente piccolo (30 server niente di che) ma usiamo XEN + CloudStack di Apache. Però scaliamo orizzontamente in maniera molto efficace.
Non ho esperienza di grandi dimensioni, Andrea. Gli ambienti che ho gestito si fermano a cinque VM aziendali e non ho mai lavorato in un vero data center.
La mia opposizione agli ambienti a codice aperto riguarda più la parte relativa alla sicurezza che quella delle prestazioni, tanto più se si parla di Linux (già sono meglio gli ambienti *BSD).
Visto che sei bravo su Linux è un peccato che tu non abbia trovato il tempo per contribuire alla campagna di debugging del WSL.
Ho mandato parecchi report. La WSL non è fatta per nulla male e la uso spesso. Però ha delle carenze specialmente sulle net library che mi impediscono di usarla come un sistema Linux reale (diciamo che copre il 70% del mio fabbisogno)
Ecco… perchè Microsoft ha mentito spudoratamente dicendo che WSL destinato allo sviluppo 🙂
Hai provato anche l’ultima versione? un paio di settimane fa ho dimostrato che è in grado di compilare Sage, oltre 25 ore di compilazione su Core i7… la prossima volta lo compilo sull’IBM che ha un doppio Xeon.
Però se lanci Wireshark si pianta inesorabilmente
No, non si pianta. Semplicemente non è ancora OK la maledetta parte relativa alla rete.
Come ti dicevo Microsoft sta dedicando molta più attenzione alle esigenze degli utenti comuni che a quella degli sviluppatori/superuser.
Anche se ha sempre sostenuto il contrario…
Hai già riportato il problema o lo faccio io?
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Segnalato alla nausea
I problemi con i socket sono duri da eliminare e sono una delle maggiori sorgenti di grane.
L’ho segnalato anche io.
Curiosità, lo hai segnalato nel Github o riportato nel l’Hub Insider di Win10?
Hub insider
Ecco perché non è stata recepita, WSL ha un canale autonomo su Github.com, nel quale si svolge un rapporto continuo fra comunità di debugging e team di sviluppo.
OK è stato preso in carico.
certo siamo andati abbastanza avanti con le idee da quando MS ha annunciato l’emulazione su ARM… forse davvero serviva solo per usarli nei server…
comunque non mi trovo d’accordo sulla vendita di uno smartphone con una dock e un mini-pc, perché diventa già troppo complicato se vuoi mirare un mercato consumer e non solo quello business… se i prossimi cellulari windows avranno l’emulazione win32 sarà specialmente perché fa figo avere un device unico, se vendi tre cose separate la magia sparisce di già.
Non sono d’accordo anche sul fatto che sarebbero inutilizzabili i programmi win32 su uno schermo di uno smartphone semplicemente perché credo che l’emulazione sarà solo se il dispositivo è attaccato a uno schermo più grande.
comunque bell’articolo in cui prendi in considerazione tutti i punti di vista, anche se tutti questi punti di vista sono piuttosto tecnici. Che fine ha fatto il consumer tradizionale ignorante con l’ifoon? 😉
Compra l’ifoon. Perché fa figo, perché l’arma per conquistarlo no è la tecnica ma il marketing, come quei bei cartelloni con delle foto fighe con scritto sotto “scatta con un iPhone 7”. In Microsoft non capiscono niente di marketing e quindi questa parte non l’hanno proprio non gli entra in testa. In compenso su Netflix è uscita finalmente una serie sul marketing Microsoft. Il titolo è “12 Monkeys” (Scherzi a parte riprende l’idea dell’esercito delle 12 scimmie sviluppata in una serie, non è male)
Che sia un marcia in più vero. Mi domando se questa marcia non sia quasi solo fuffa visto che si può fare diversamente
Interessantissima l’idea del cloud. Mi sembra strano che tu non abbia fatto un’analisi più approfondita sulle app virtualizzate come succede con hp elite x3…. Mai provato quel servizio, ma l’idea mi piace tantissimo
In realtà puoi virtualizzare quasi qualunque programma
[…] completa per desktop. E, anche se i prossimi dispositivi non eseguiranno direttamente i Win32, ma bensì agiranno via cloud (anche se già adesso con qualunque device è possibile farlo…), la situazione sarebbe […]
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