Continuum: Consumer e Business. Il progetto di Microsoft

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continuum ignite 2016 -microsoft-consumer-business---surface-phone-italia
continuum ignite 2016 -microsoft-consumer-business---surface-phone-italia

Scrivo questo articolo utilizzando Word Mobile, il Lumia 950, una tastiera integrata Microsoft All-in-One e la HD-500 Continuum Dock, collegata ad un monitor DELL FHD da 23”.

La dock è un recente “incauto acquisto”, e la sto usando da un po’ tempo. Come al solito non si può parlare di qualcosa se non la si è provata personalmente (si vedono fin troppi articoli copia-e-incolla dalle press release e, non so a voi, ma a me, oltre che far vomitare, danno una pessima impressione).

Le riflessioni alla base di questo articolo sono le seguenti:

1. Chi è il target di continuum

2. Perché serve continuum

3. E’ davvero il futuro?

 

La mia prima fonte di ispirazione è stato il lancio dell’HP X3. Lancio molto interessante in quanto non solo si tratta di un prodotto planetario (praticamente viene lanciato quasi in contemporanea su tutti i mercati), ma anche perché, secondo le intenzioni di HP, è stato studiato per l’utenza business.

Perché per utenza business? Penso che siamo tutti d’accordo che una delle più grandi stupidaggini degli ultimi anni sia il famoso BOYD (Bring your own device). All’inizio l’idea era di lasciare al dipendente la scelta del proprio dispositivo mobile e di poterlo integrare in azienda.

Poi la cosa, come sempre, è degenerata e le aziende hanno subito capovolto l’idea di base facendola diventare “facciamo finta di essere generosi e libertari ma in realtà così scarichiamo tutti i costi sui dipendenti e la loro smania di avere l’ultimo modello di cellulare”. L’idea è diventata un boomerang ed è tornata nei denti alle aziende che si sono trovati centinaia di dispositivi che accedevano allegramente alle risorse aziendali senza alcun tipo di controllo. Quello che è servito per cercare di mettere in sicurezza questo macello, ovvero i sistemi di “Mobile Management” sono costati più di quanto risparmiato.

Chi non se ne è dotato ha invece sperimentato quello che significa “information leak” e i danni che ne derivano. Mi sono occupato di decine di casi di dati “spariti” o copiati tramite smartphone da dipendenti infedeli. Many compliment a tutto quel management che pensa che tutto possa essere gestito e giustificato solo con l’aumento dei prodotti e la riduzione delle spese. Un grafico a torta con percentuali e € non sempre mostra tutti gli impatti di un’idea malsana.

E quindi torniamo a noi. Oramai un’azienda deve dotare i propri collaboratori degli strumenti necessari. Il laptop è oramai dato per scontato e, visto il pessimo impatto di BYOD, anche la parte di telecomunicazioni via cellulare è da considerarsi indispensabile.

Andando ben a guardare sono davvero esegui i compiti per i quali è indispensabile avere la potenza di calcolo di un elaboratore portatile, almeno ora che gli smartphone hanno fatto una crescita così esponenziale delle proprie capacità elaborative. Molti dipendenti sono del tutto produttivi nel momento in cui dispongono della suite di Office completa, dell’accesso alle risorse del Cloud aziendale o alla propria infrastruttura virtuale.

Questo è un punto interessante che permette di “calare” questi dispositivi all’interno di un panorama più ampio. Come stavo scrivendo prima sto provando ad utilizzare estesamente un Lumia 950 con la sua dock. Il risultato è, al momento più che soddisfacente, anche se è vero che ci sono delle limitazioni, legate per lo più alla mancanza di alcune applicazioni in formato UWP. Però è vero che in un moderno ambiente aziendale spesso le macchine sono virtualizzate e quindi tutti gli applicativi “legacy” possono tranquillamente girare dentro una VDI o possono essere pubblicati attraverso Citrix o Terminal Server. Tutti gli estimatori dei telefoni “all in one” con chipset Intel, per quanto abbiano le loro buone ragioni (specialmente per la parte consumer), vedono le loro argomentazioni affievolirsi notevolmente in ambito aziendale dove i sistemi che abbiamo appena citato superano brillantemente il problema.

Chi scrive è il CTO di una azienda informatica. Durante il lavoro faccio uso specialmente di software di connessione a sistemi Windows e Unix (Remote Desktop e Modern SSH sono entrambi disponibili come UWP), editor di testo (NotePadX è un ottimo editor compatibile con Continuum), Office/Posta Elettronica/Calendario (tutti UWP forniti da Microsoft) e un po’ di altre applicazioni.

Ovviamente ci sono delle volte che necessito di far girare delle Virtual Machine, che devo usare una seriale per collegarmi a qualche apparato di rete oppure ho bisogno di lanciare Visual Studio o qualche tool di quelli che richiedono potenza di calcolo e memoria. Però diciamo che una buona porzione del mio lavoro, compreso tutto quello di giornalista/scrittore, potrebbe essere tranquillamente eseguito con il telefono, opportunamente collegato con le periferiche giuste.

Quindi HP ci ha visto giusto. Se al dipendente fornisco un ottimo smartphone, una dock mobile per lavorare in viaggio o in mobilità, e una fissa da lasciare sulla propria scrivania, alla fine faccio in modo che quest’ultimo sia più produttivo, abbia un unico dispositivo a cui badare, un unico punto dove riporre ed accedere ai dati e uno strumento che può essere controllato e governato molto più efficacemente di un PC.

Facendo un po’ di conti alla fine tra il risparmio ottenuto gestendo efficacemente l’hardware, quello relativo ad un minor numero di device da controllare e mettere in sicurezza e una maggiore integrazione, il TCO (Total cost of ownership) di una soluzione del genere è molto favorevole, nonostante il prezzo del bundle non sia del tutto popolare. Difatti pare che il kit completo del X3 giri attorno ai € 1200 (poi chiaro che HP per una soluzione aziendale sarà in grado di proporre degli sconti appropriati) e, probabilmente, si può acquistare, per meno, un PC di medio livello e un ottimo telefono Android. Ma il costo di acquisto per una azienda è solo una parte del costo totale e, certamente la minore.

Recentemente Microsoft India ha pubblicato questo video. Ovviamente si tratta di tecnologie hardware e software che non sono ancora disponibili, se non, probabilmente, in qualche laboratorio di ricerca. Però da un’idea piuttosto chiara di quanto sto dicendo e di quella che potrebbe essere la vision di Microsoft.

Continuum è un importante tassello per fare quello che l’informatica ci promette da molto tempo, ovvero quello di mettere noi stessi al centro della scena.

All’inizio c’erano i dispositivi, con i computer che erano molto Personal ma poco integrati. Poi si è cercato di mettere al centro i programmi, ma con risultati altalenanti. Il Cloud ha portato al centro della scena i dati, distribuiti in maniera pervasiva e disponibili attraverso una pletora di dispositivi. Continuum potrebbe essere la tecnologia che porta questa evoluzione verso le idee. Basta scambiare doc, pdf, xls, jpg e simili.

Mi viene un’idea in treno, me la appunto, finisce in cloud, prendo la lap dock, la sviluppo, arrivo in azienda, indico una riunione, la passo sul Surface Hub e la discuto con i colleghi facendo brainstorming e via così.

L’idea, a mio avviso è terribilmente affascinante, proprio perché l’idea va oltre il dispositivo, il dato e l’applicazione. Questa è davvero informatica.

Ovvio per arrivare al video pubblicato mancano ancora un po’ di cose, tra cui un libreria davvero enorme di applicazioni UWP, delle batterie che ci liberino della schiavitù dalla presa di corrente o dal powerpack, protocolli di scambio sicuri e funzionanti e un po’ di altre cosettine.

Però continuo a pensare che l’idea sia buona. Ripeto, per far questo ho provato a simulare quanto visto nel video. Ho lavorato alla prima parte dell’articolo usando il Lumia 950 collegato alla dock HD-500. Sono poi uscito e ho usato OneNote per appuntarmi un po’ di idee (oltre al link del video che avevo trovato in un articolo di winbeta), e infine ho terminato l’articolo usando il mio notebook come server miracast per simulare una LapDock come quella dell’HP X3 (una funzione, questa, che è stata aggiunta alla Anniversary edition).

Microsoft deve sfruttare questa marcia in più. Al contrario vorrebbe dire buttare il lavoro di anni per nulla. La concorrenza, difatti è indietro anni luce al riguardo. Apple ha preso strade totalemtne divergenti per Mobile e Desktop con solo un po’ di collage fornito da iCloud e dalle funzioni di Continuity ma il range di applicazione è davvero troppo limitato. Google sta cercando una convergenza tra ChromeOS e Android ma è ancora molto acerba da questo punto di vista e certamente ChromeOS non ha campi di applicazioni differenti dai ChromeBook. GNU/Linux avrebbe potuto arrivare a questa convergenza anni fa ma la sua frammentazione non ha permesso che la tecnologia venisse utilizzata per una vision organica.

Quindi? L’idea c’è, le tecnologie praticamente anche, il lavoro preparatorio è stato fatto, la strategia sembra anche… ora sta tutto a Seattle vedere come collegare i pezzi e rifarsi delle occasioni perdute. Sta di fatto che è ovvio che Microsoft non si può più permettere di essere un altro player in un mercato dominato da Android e iOS. Questo scenario semplicemente è perdente e i numeri sono sotto gli occhi di tutti. L’unico modo è essere il prossimo big player nella prossima era dell’informatica, quella delle idee e delle informazioni condivise.

 

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4 Commenti

  1. Eccellente articolo, davvero tanti complimenti! Hai mostrato quello che dovrebbe essere il futuro dell informatica e sono d accordo con te. Inoltre, hai illustrato le dinamiche aziendali per quanto riguarda la gestione dei dispositivi informatici che, a me, non era nota. Diciamo che continuum è un passo iniziale verso un sentiero che porterà a un futuro innovativo, speriamo bene!

  2. Completamente d’accordo con te. Ms sta creando un ecosistema che molto probabilmente verrà ripreso dalle aziende competitor negli anni a venire.
    Ha avuto la genialità di partire adesso, in modo tale da diventare leader in futuro.

  3. Si tratta di una delle piu’ lucide e chiare presentazioni della situazione attuale e dei possibili sviluppi dell’informatica e dell’integrazione tra diversi devices che abbia letto recentemente. Purtroppo, come ho constatato assistendo ad una recente trasmissione televisiva americana sul futuro della telefonia e dell’informatica, al grande pubblico arriva il messaggio “di moda”, pilotato dal marketing, e cioe’ che il futuro e’ nell’Iphone e nella Apple e, parzialmente, nella ricerca promossa da alcuni produttori come Samsung e LG. Nessun accenno a Windows 10 ed a Continuum: ma, si sa, Microsoft non detiene quote significative nel mercato smartphones e quindi non interessa alla pubblicita’ controllata dal mercato. A conferma di questo, come avevo gia’ accennato, una importante catena di elettronica italiana ha recentemente deciso di non trattare piu’ gli smartphones con sistema operativo Windows, perche’ le vendite sono insoddisfacenti.

    • Non c’è nemmeno tanto da biasimarli purtroppo. I dati parlano abbastanza chiaro. Il market share dei windows phone è in continuo calo. Microsoft sta facendo qualcosa di veramente grosso. Windows 10 ne è l’esempio. Per ottenere i risultati c’è bisogno di tempo e soprattutto del lancio di un prodotto all’avanguardia e innovativo: il Surface Phone. Ha l’ultima cartuccia da sparare. Sono sicuro che esploderà a dovere. Almeno me lo auguro! 🙂

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